A Horacio Antonio Fernandez, con profonda
gratitudine per il suo
ROM Y GAYET aiuto sempre presente e la sua
infallibile amicizia.
Questa è la storia di un amore o di una
relazione sentimentale o di una attrazione fisica o
come vogliate chiamarla, che ha regalato molta
felicità nella vita di una donna ed è
per questo che voglio raccontarla affinché il
mondo intero sappia che si può amare a
qualsiasi età. La donna in questione, che
chiameremo Gayet, confessa candidamente che,
nonostante abbia conosciuto l'amore più di una
volta ed ogni volta con rinnovato entusiasmo, ha
scoperto il piacere solo quando non era più
giovane. Il piacere di una relazione sessuale
importante che rimane tale qualsiasi sia l'idea
contraria (direi abbastanza ipocrita) di alcune
persone.
Nonostante la differenza d'età, quando sono
insieme, sono solo una donna e un uomo, senza
età e pieni d'entusiasmo l'uno verso
l'altro.
Stava leggendo un paragrafo del Tao dell'amor, che
diceva:
"Un'altra cosa verso la quale la società
mostra una attitudine ancora più severa e dura,
è costituita dalla relazione tra una donna
matura e un uomo giovane. Effettivamente la
società la condanna con molta crudeltà.
Le donne mature sono accusate quasi di tutto: di
essere delle tonte all'essere delle ninfomani. In
realtà non esiste niente di stupido né
di anormale in questo tipo di rapporto, anzi al
contrario, si possono dire molte cose positive dai due
punti di vista...". E termina:
"In ogni modo è tragico che detto tipo di
relazione debba essere tenuta nascosta e vissuta
furtivamente. Se tutti fossimo più comprensivi,
ci renderemmo conto che si tratta di un rapporto che
dovremmo incoraggiare invece di condannare. E sarebbe
anche un mezzo per risolvere i problemi di tanta gente
matura e sola come molti giovani timidi..."
Sesso, erotismo o sensualità. Forse amore.
Cose da giovani, pensava lei. Lo aveva pensato
fermamente fino ad alcune settimane fa. Fino a quando
era successo qualcosa che l'aveva fatta tornare
indietro nel tempo, a quando era giovane ed amava...
ed era amata.
Veramente non sapeva se essere felice o piuttosto
sentirsi defraudata per ciò che improvvisamente
la scuoteva dal suo torpore. Tutto il suo corpo era
come invaso da una febbre, come preda di un vortice.
Cose da giovani. Però pensandoci meglio, cose
da uomini e donne che mantengono intatta la
capacità di desiderare qualcuno ed un corpo che
vuole amare.
Erano passati anni da quando era stata nelle
braccia di un uomo. Poi il niente, il silenzio, il
vuoto. Era come se si fosse trasformata in una
bambola, senza sesso. Il suo sesso le serviva solo "to
relieve her feelings" come direbbe un inglese. Era
come se una orribile ragnatela le si fosse formata
addosso e non solo sul suo corpo ma anche nella sua
mente. Era invecchiata ed era rimasta vecchia per
molti anni, durante i quali aveva naturalmente
conosciuto altri uomini, alcuni gradevoli e altri meno
attraenti, però per lei erano tutti come
pupazzi, senza sesso. Si sentiva calma e tranquilla e
quasi benediva il suo stato asessuale che le dava la
serenità che le era sempre mancata quando amava
e sperava l'attenzione di un uomo. Finalmente poteva
dormire, svegliarsi, mangiare, parlare con qualsiasi
persona, uomo o donna, senza sentirsi condizionata dal
sesso e tutto ciò che il sesso portava con
sé. Ma dove e quando era avvenuto questo
cambiamento che minacciava la pace dei suoi sensi e
della sua mente?
La prima volta era il 30 di dicembre e sapeva che
avrebbe passato il giorno successivo sola. Non le
importava perché era abituata a trascorrere le
festività in solitudine. Peró pensava a
lui. Sapeva che anche lui avrebbe trascorso la festa
da solo e chissá... Peró, che
stupidaggini!
Non sarebbe certamente venuto a visitarla ed ancor
meno a festeggiare l'ultimo dell'anno con lei.
Sicuramente aveva un'amica o forse sarebbe andato
da sua madre. Però non con lei, di questo era
sicura. Fu per questo che quando udì il
campanello suonare alle 19.00 e lui apparve sulla
soglia della porta, rimase senza parole. Era lì
davanti a lei, alto, bello, con il suo sorriso
accattivante ed il suo eterno berretto che le copriva
la testa.
Il cuore le si fermò per un momento poi lo
fece entrare e si sedettero alla tavola rotonda del
living, ben distanti l'uno dall'altro. E si
guardarono. Per un momento la sua immancabile fantasia
le fece pensare che forse le avrebbe proposto una
partita a poker. Non ricorda ciò che lui disse
per rompere il silenzio: ricorda solo che lui le
domandò con chi avrebbe passato la notte
dell'ultimo dell'anno o se aveva degli amici con i
quali festeggiare l'anno nuovo, perché lui
sicuramente lo avrebbe trascorso con la sua famiglia.
A lei naturalmente sembrò giusto che fosse
così. Gli assicurò che non si doveva
preoccupare perché era abituata a stare sola in
qualsiasi occasione e che avrebbe festeggiato con una
bottiglia di sidro e buone cose da mangiare magari
ascoltando musica. Questo effettivamente pensava di
fare.
"Perché non posso passare domani con lei?"
chiese lui.
"Le sono veramente grata ma, la prego, non si
preoccupi perché starò bene anche da
sola"
"Bene... però cosa ne dice se festeggiassimo
oggi invece di domani?"
A lei sembrò un'idea splendida. Lui
uscì di nuovo promettendo di tornare a tarda
sera.
Lei lo vide uscire e si domandò se era la
realtà o si trattava di un sogno o di
uno scherzo di cattivo gusto. Decise comunque di
preparare tutto come se fosse veramente l'ultimo
dell'anno. Si fece una doccia e si mise un vestito
color rosa che le stava abbastanza bene anche se era
un po' giovanile, però mai come in quel
momento, a distanza di tanti anni, si sentiva di nuovo
giovane. Si mise persino un paio di scarpe col tacco
alto. Il tempo passava rapidamente e mano a mano che
si avvicinava l'ora dell'appuntamento, il suo cuore
batteva sempre più forte: se lo sentiva
letteralmente in gola. Verrà o no? E se
verrà, cosa succederà?.
Ti aspetto ogni giorno
ti desidero ogni notte
e con ogni giorno e notte
aumenta la mia ansia di averti
tra le mie braccia
e di amarti...
Tornando a leggere questi versi decisamente goffi o
per lo meno ordinari, anche se profondamente sentiti,
la sorprese potere ancora esprimere parole d'amore e
soprattutto avvertirle, o per usare un aggettivo
démodé "vibranti". Improvvisamente tutto
era cambiato. Si era svegliata da un lungo sonno
proprio come la bella addormentata nel bosco. Un bacio
l'aveva riportata alla vita. Non solo un bacio,
naturalmente, anche se tutto cominciò con un
bacio. Incredibile! E questo succedeva proprio quando
era convinta che mai più qualcuno l'avrebbe
potuta baciare ed amare e si era rassegnata ad
accettare la sua nuova funzione di donna entrata nella
età delle rinunce. Dopo alcuni anni di vita
castissima dove neanche nei suoi più intimi
pensieri le era balenata la possibilità di...
bene, era successo. Come nei romanzi in cui le storie
non sempre corrispondono alla realtà, o come
nei films che quasi sempre hanno un finale felice o
nelle canzoni che qualcuno scrive per addolcire la
relazione non sempre tranquilla tra una donna e un
uomo, aveva incontrato un uomo più giovane di
lei e... "lux fuit". Si accesero tutte le lampadine
nella sua mente e cominciò a sentire un
particolare solletico nei punti giusti. In un primo
momento si spaventò, poi cominciò a
vedere le cose da un punto di vista nuovo, che da
molto tempo non contemplava ... e allora:
"Lei mi è simpatico..." mormorò
lei.
Lui la guardò con uno scintillio negli occhi
e replicò:
"Anche lei mi è simpatica...". Questo fu
l'inizio.
Era l'estasi, qualcosa che le sembrava non aver mai
conosciuto o forse aver dimenticato.
Era trascorso tanto, troppo tempo dall'ultima
volta. Era incredibile che lei, proprio lei si
trovasse a fare l'amore con un uomo più giovane
di lei e che godesse tanto di tutto... Tutto!
Qualsiasi cosa lui le faceva e lei faceva a lui, era
per lei una fonte di piacere infinito. Come non le
sembrava avere mai provato nella sua vita. Era piena
di sensazioni nebulose e voleva capire. Forse sarebbe
stato meglio non farsi tante domande. Certamente era
meglio accettare ciò che stava vivendo come un
miracolo e cercare di vivere quel momento magico senza
voler capire il perché e il come.
Alto, con una pelle bianca e liscia come la seta,
le spalle larghe e muscolose, i fianchi stretti e le
mani forti e ben modellate che le ricordavano un
disegno di Leonardo anche se erano dure come la
pietra, indurite per il lavoro; gli occhi neri dal
taglio quasi orientale che emanavano uno splendore che
le suggeriva un mondo di sensazioni. Erano sensazioni
che lei non conosceva ed alle quali si stava
avvicinando con esitazione e diffidenza. La bocca
dalle labbra carnose era una delle caratteristiche
più belle di Rom.
Lei lo guardava affascinata mentre lui camminava
nudo per la stanza. E le sembrava una cosa naturale
che non provasse vergogna. Era come un ritorno alle
origini.
All' Eden di Adamo ed Eva. Rom si diresse verso la
doccia e lei lo seguì. Quando si
avvicinò lui la prese per la cintura e la mise
sotto l'acqua con lui.
Gayet che indossava una camiciona gridò:
"Che fai? Mi bagnerò tutta... !"
"Non hai mai fatto la doccia con un uomo? Non posso
crederlo..."
Era la verità: non aveva mai fatto la doccia
con un uomo. Cominciava a capire che c'erano molte
cose che non aveva mai fatto nella sua vita. E non
rise.
Si faceva mille domande:
"Come devo amarlo?"
Fisicamente, con passione, con frenesia, con tutto
l'impeto che le si era acceso dentro. Fino alla
disperazione.
O spiritualmente, quasi platonicamente, con
ammirazione, con rispetto per la sua intelligenza, la
sua saggezza, la sua abilità e la
capacità a volte sorprendente nel trasformare
il niente nel tutto.
O piuttosto come una madre, consolandolo,
spingendolo verso un futuro possibilmente
migliore.
O forse come una schiava, servendolo e trattandolo
come un re, il re della sua vita.
Forse rimproverandolo di non perdere il suo tempo
in stupidaggini, come farebbe una vera amica;
confortandolo nei suoi momenti tristi, ascoltandolo
parlare del suo passato o del suo futuro e dei
tentativi nel trovare una occupazione migliore oppure
di alcune relazioni avute con altre donne e
comprendendolo veramente.
O meglio ancora come una vera amante, adorando il
suo corpo in ogni parte, adornandolo di fiori come
faceva la famosa Lady Chatterley, la sua fonte di vita
(le dava vergogna menzionare quella parte del corpo di
lui che lo differenziava da lei...)
Era confusa. A volte le sembrava aver trovato il
giusto equilibrio e al contrario era lontana da
qualsiasi buonsenso. Aveva la testa e il cuore di una
giovinetta e già da tempo non lo era
più. Apparentemente viveva fuori dello spazio e
del tempo. Il tempo? Ma se il tempo non esiste se non
per distruggere i sogni, le illusioni e la voglia di
vivere. Vivere? Sì, lei voleva vivere e non
solo per lui, ma anche per tutto il mondo che la
circondava, mentre si manteneva forte e lucida. Il
dopo non le importava.
L'importante era amare ora perché forse lui
aveva bisogno di lei anche solo per un giorno, una
settimana o chissà. No, non importava
perché adesso erano in due: amici, amanti,
complici, non vedeva la differenza perché la
nostra vita scorre veloce, passa inesorabile e cambia.
Amicizia e amore: le due cose insieme. Se solo fosse
possibile.
Se solo fosse stata un po' più giovane. Il
suo corpo era ancora solido ma la faccia mostrava la
sua età. E poi una donna non deve vendere
l'anima al diavolo per ringiovanirsi. In questo nostro
secolo esiste la chirurgia. Solo che è molto
costosa. Pensare, pensare, ideare, progettare qualcosa
che le facesse guadagnare il denaro sufficiente:
dopotutto non era una gran somma però lei non
l'aveva.
E si disperava e si spremeva il cervello per
trovare una soluzione al suo problema. Lei voleva
uscire con lui ma non voleva sentire la gente
criticarli. Oh, i maledetti pregiudizi!
Febbraio 19....
Mio caro,
sento la necessità di materializzare per
iscritto ciò che mi sta succedendo. Non credo
che t'importi, però questa lettera è
diretta a te. Puoi stracciarla senza leggerla o
leggerla prima e poi gettarla nell'immondizia,
però è solo ed esclusivamente per te.
Ecco una donna matura, trasformata in una sciocca
ragazzina. Dove è andata a finire tutta la mia
saggezza acquisita con tante lotte e sofferenze.
Dov'è il mio tanto ambito dominio dei
sensi?
Dove sono finite la tranquillità e la
serenità che avevo conquistate ad un prezzo
così alto?
E dove la mia decisione di non lasciar parlare mai
più il mio cuore? Sto scrivendo una lettera
d'amore... diamine!
Non so ciò che provo per te, però so
che non sopporto l'indifferenza che leggo nei tuoi
occhi mentre qualcosa mi dice che sei cambiato.
A che scopo tutto questo fiume di parole?
No, non sono soltanto parole: sono pensieri,
sentimenti, desideri concreti, fantasia ed
immaginazione che mi scombussolano e m'impediscono di
vivere la mia vita, il mio tempo, essere felice...
Felice? Sì, ero una donna felice e
soddisfatta. Mi sentivo realizzata, in pace con me
stessa e con il mondo ed improvvisamente incontro un
tipo d'uomo che mi sconvolge... e addio a tutte le
preziose vittorie. Improvvisamente mi trovo in alto
mare sballottata da onde altissime che minacciano di
sommergermi. E nessuno può salvarmi tranne me
stessa. Però mi sento debole, amareggiata da
immagini che non mi permettono di rilassarmi e di
pensare a tutte quelle cose che avevo programmato
già da tempo...
Gli arabi credono nel "maktub", cioè che
tutto è scritto nella vita di ognuno di noi e
pertanto non si può evitare che accada.
Forse c'è della verità nel "maktub",
forse era il mio destino incontrarti e svegliarmi dal
letargo nel quale ero caduta. Però sono ancora
sufficientemente saggia per sapere che non posso
amarti. Amore: una parola nella quale non ho mai
creduto e non credo che esista ma in suo nome quante
stragi e quanto dolore! Penso che se esistesse
dovrebbe suscitare nella gente la voglia di cantare,
di ridere e sentirsi realizzati. Ma non è
così. Sfortunatamente.
Cerco di pensare, di riflettere a mente fredda e mi
dico che dovrei essere grata al destino che mi ha
fatto incontrare un uomo come te ma allo stesso tempo
mi fa male dentro. Allora mi dispero per sentire
nuovamente un dolore antico che credevo avere
strappato, estirpato per sempre da me. Mi sembra
invano.
Alcune ore più tardi.
Scusami, amico mio, se ti ho scritto tante
stupidaggini ma ho sentito la necessità di
farlo ed il tuo caso mi è parso proprio ad
hoc.
Senti, non so bene cosa mi ha spinto a scrivere
tutto ciò. Forse sono innamorata di te...
però solo un po'. Con la mia fervida
immaginazione e la mia fantasia, creo storie d'amore
anche se non c'è amore e non esiste passato
né futuro per i protagonisti.
Vorrei solo che tutto fosse ben chiaro tra noi e
che non ci fosse mai il motivo per uno stupido sdegno
(come il mio, per esempio, che ti chiede di
restituirmi la chiave)... e se, per caso, qualcosa o
qualcuno nuovo dovesse entrare nelle nostre vite,
vorrei che ne parlassimo come fanno due buoni amici
come mi piacerebbe che noi fossimo.
In verità non so bene ciò che provo
per te: non certamente amore materno, non gelosia e
non credo neanche che si tratti d'amore perché
questo sentimento contempla molti piccoli dettagli che
invece non esistono e non ci uniscono.
Forse è desiderio fisico. Può essere
solo un desiderio di stare con te... ma forse spero
che non si tratti solo di questo: deve esserci
qualcosa di più magari nascosto nei meandri del
mio cuore.
A questo punto il sonno mi sta sopraffacendo.
Poi...
Feb, 19...
Caro,
forse sono solo una povera pazza ma tutto
ciò che ti ho scritto nella mia ultima lettera
mi sembra la brutta copia di un teleromanzo. Non
corrisponde alla verità. Punto. E allora?
Direi, come diresti tu con il buon senso e la saggezza
ereditata dai tuoi antenati, che non esiste nessuna
tragedia, che mi lascio trascinare dai miei voli
fantasiosi che potrebbero dilettarmi e invece
finiscono per farmi male. Sinceramente non capisco
ciò che mi sta accadendo. Mi sono svegliata
improvvisamente in una nuova Vita e voglio vivere ed
essere amata.
Da te, se è possibile, se no da qualcun
altro. Voglio che questo mio corpo non dorma
più, non torni a vegetare ma che reagisca allo
stimolo dei cinque sensi. Può essere troppo
tardi. Forse no. Il mio corpo ha bisogno di te. La mia
anima non so. Quando un corpo gode della vicinanza di
un altro corpo e lo desidera non è forse una
fusione perfetta dell'anima? Suvvia!
Parole, parole, parole! Forse risultano
chiarificatrici o forse servono solo per confondere
ancor più e far sprofondare una confusione, che
già regna nella mia mente, in un vero caos. Per
me è una necessità vitale poter
distinguere e discernere ciò che passa per la
mia mente, per il mio corpo e per questo mio cuore che
vuole vivere e sapere come farlo nel modo migliore,
senza molestare nessuno o invadere la vita di nessuno.
Sicura di essere ben accetta.
Ci sono due fatti che mi molestano. Il primo
è che non ho saputo consolarti questa notte
quando sei venuto a casa mia ed eri inquieto o forse
avevi bevuto per dimenticare qualcosa che ti aveva
disturbato. La tua condizione mi ha molestato
piuttosto che intenerirmi. Mi domando ora
perché non ti ho prestato attenzione e
perché non ti ho trattato come un amico quale
ti considero. E' come se qualcosa si è
congelato dentro di me. Sì, mi ha infastidito
sentirti ripetere continuamente: charrak (stai
zitta)... mi è sembrato volgare ed ordinario.
Sì, decisamente poco educato. Forse
perché non ti amo e ti ho visto per ciò
che sei effettivamente o come non avrei voluto che tu
fossi? Non lo so. Non credo che sia importante a
questo punto. Però volevo chiederti scusa e
basta. Il resto è superfluo.
Il secondo fatto è accaduto oggi quando mi
hai domandato con tono gentile se aveva piovuto nella
mia stanza visto che alcuni giorni prima mi avevi
aggiustato il tetto. La mia risposta è stata
negativa sotto qualsiasi punto di vista. E' stata una
risposta poco amichevole e molto secca. A volte mi
domando se quando parlo sono me stessa o un'altra
persona. E mi meraviglio di me stessa perché, a
volte, un qualcosa nella mia mente fa click e si ferma
il filo dei miei pensieri. Come se perda il mio potere
di concentrazione e ogni capacità di ragionare.
Non so perché non ti ho risposto che avevo
pensato a te durante la pioggia torrenziale che si era
riversata sopra la nostra città. E poi che mi
ero preoccupata se aveva piovuto anche nella tua casa
che so essere sotto il livello della strada e magari,
dopo una faticosa giornata di lavoro, avevi dovuto
anche togliere l'acqua. Mi domandavo anche se tua
madre fosse ancora con te e come aveva passato la
notte con tutta quell'acqua che era caduta?
Però, niente. Nel rivederti dopo alcuni giorni,
durante i quali non sapevo se ti avrei visto di nuovo,
qualcosa si è congelato dentro di me. E ti ho
risposto con la prima stupidaggine che mi è
passata per la testa. Orgoglio e superbia... tutte
cose da ragazzina che credevo avere superato ma che
evidentemente ancora mi affliggono.
Caro, so bene che non sono la prima donna che hai
avuto e naturalmente non sarò la ultima ma,
credimi, voglio esserti amica. Veramente! Charrak!
Stai zitto!
Marzo 19...
Mio caro,
sto cercando di dimenticarti ma mi manchi molto. Mi
fa male non poterti vedere durante il giorno come
quando apparivi con il tuo simpatico sorriso e mi
domandavi se avevo bisogno di qualcosa. E continuo ad
aspettarti notte dopo notte. La tua presenza nella mia
vita mi dava molta allegria: in verità la tua
entrata nella mia vita è stata come la classica
doccia rigenerante. Ero tornata a vivere e a sentirmi
giovane e vibrante. Non voglio tornare a sentirmi come
se fossi una morta in vita, morta fisicamente e
spiritualmente. Mentalmente non penso perché
grazie al cielo non mi sono mai sentita annullata
mentalmente. La mia mente non mi ha mai tradito e,
nonostante gli alti e bassi che ho avuto come chiunque
altro, non mi sono mai sentita sola mentalmente. Ma la
solitudine fisica m'incalza di nuovo e nondimeno non
ho nessun rimpianto.
Sono una donna molto fortunata perché,
quando pensavo che tutto era concluso dopo anni di
astinenza, sono tornata ad essere una donna, mujer,
woman, femme... e lo devo a te. Per questo ti
sarò eternamente grata per i momenti felici che
mi hai dato. Non so e non m'importa che tipo d'uomo tu
possa essere perché mi sembra di conoscerti da
sempre (scusa la frase obsoleta ma è
così) con le tue virtù e i tuoi difetti.
So soltanto che per me è stata una parentesi
d'amore ed una sorprendente fonte di vita genuina, uno
strumento che ha saputo fare risuonare il mio corpo
dandole tutte le vibrazioni delle quali un corpo ha
bisogno per sentirsi vivo e realizzato. Ho amato altri
uomini però nessun altro ha saputo darmi i
momenti magici che tu mi hai dato. Hai riempito la mia
solitudine, hai alimentato il mio corpo con il tuo, mi
hai dato una ragione per continuare a vivere una vita
piena, una vita di donna. Grazie.
Ho scritto poche lettere d'amore nella mia vita
forse perché ho avuto sempre un certo pudore
nell'esprimere i miei sentimenti, non importa quanto
profondi possano essere stati. Nel tuo caso mi sento
più confusa che mai: tu sei lontano da me e
naturalmente sento la tua mancanza.
Mi sento perduta. Ma non sono il tipo di donna che
fa tragedie, mi chiedo soltanto: "Perché fare
diventare tutto così difficile e complicato?
Prendilo con soda, come dicono qui in Argentina.
"Carpe diem" come dicevano i miei antenati romani,
"approfitta o vivi il giorno".
Il passato già non m'interessa più
perché non voglio vivere d'immagini stinte e
senza sostanza anche se a volte fanno compagnia. Non
ho futuro, per lo meno con te. Allora non mi resta che
vivere il presente, godere di ciò che ho in
questo istante senza farmi troppi problemi.
Questo in teoria però la pratica, la
realtà... quella sì che fa male.
Ti confesserò qualcosa che forse ti
farà pensare che sono un po' pazza o forse che
fingo, ma ti giuro che è la verità. Sono
addolorata perché non ti vedo ed allo stesso
tempo soddisfatta perché non ti vedo. Penserai
che sono una masochista e forse lo sono, però
quando le cose quotidiane della vita di una persona
vanno bene, si acquista la tranquillità ed uno
stato di grazia che fa prendere vita come se fosse
tutto dovuto e si perde il senso. E allora? Mi rendo
conto che non avrei dovuto scriverti certe cose, come
invece ho fatto, in una delle mie ultime lettere,
perché non avrei dovuto menzionare certe cose
ma sono sempre stata una persona poco diplomatica
(forse è ora che cambi?) perché per
tutta la mia vita ho pensato che si deve sempre dire
la verità qualunque essa sia.
Mi sto convincendo ora (forse sto maturando?) che
è necessario addolcire i lati scabrosi
cioè utilizzare una forma meno franca, diretta
e dura. Sarà possibile?
2/10/19...
Mio caro,
ho paura, molta paura. Sono passate due settimane
da quando sei venuto a casa mia. Avevi un colloquio
per un probabile lavoro. E poi sei sparito. Cerco di
non pensarci però è più forte di
me.
Ho molta paura. La mia immaginazione non ha limiti
e allora mi assalgono incubi orribili e spaventosi. Mi
prende la disperazione nel non aver tue notizie e non
sapere dove stai o se hai bisogno del mio aiuto. So
che non ho nessun diritto però ti scrivo questa
lettera non motivata da una stupida gelosia ma
perché sono tua amica ed il mio più
grande desiderio è di potere esserti utile
particolarmente quando può succederti qualcosa.
Forse grave.
E poi sei riapparso! Incredibile! Sei riapparso a
mezzanotte proprio come i fantasmi. Però tu non
sei un fantasma, sei un uomo del tutto imprevedibile
del quale non so proprio nulla. Sparisci per due
settimane, a volte tre settimane, e poi
improvvisamente come "Jack-in-the-pot" eccoti di
nuovo. Sei arrivato con la tua bicicletta,
accompagnato dall'abbaiare dei cani che non rispettano
la tarda ora. Sei una parte di me. Perché
già non sei più un estraneo per me. Ti
conosco da quasi un anno e conosco ormai il tuo corpo
come il mio, così come i tuoi occhi e la tua
maniera di guardare, la tua voce e la tua camminata
che mi ha attratto fin dal primo momento che ti ho
conosciuto. È il tuo comportamento niente
affatto comune ciò che mi lega a te.
Perché ti sopporto? Pensandoci bene, per molte
ragioni, ma soprattutto una molto importante:
perché tu sei un regalo che mi è caduto
direttamente dal cielo. Un regalo che io non ho
chiesto o forse l'ho chiesto mentalmente senza
esprimermi chiaramente. Qualcosa nel mio subconscio
deve aver comunicato con qualcuno lassù e mi ha
fatto incontrare te nel mio cammino. Credo che avevo
bisogno di qualcuno come te. E così tutto
cominciò di nuovo: quei sudati contatti che
avevo immagazzinato nella mia mente senza mai
arrischiarmi a ricordarli. Ora si agitavano di nuovo
le acque tranquille della mia esistenza come quando si
getta il classico sasso in un lago profondo.
Nov. 19...
Continuiamo a vederci. "A quoi bon?" Non lo so.
Però continuo ad aspettarti, notte dopo notte,
con la stessa ansia dei primi giorni. O forse no? Sono
confusa. A volte mi sembra di amarti e desiderarti
come mai ho amato o desiderato nessun altro uomo. A
volte, invece, sento come una repulsione verso di te e
preferirei non vederti mai più. Sempre la
stessa eterna benedetta o maledetta dualità!
Certamente, la mia maniera di amare è cambiata:
se fossi più giovane ti amerei con gelosia e
diffidenza e persino minor desiderio fisico.
Quando ero una donna giovane, amavo egoisticamente,
senza pensare o considerare i sentimenti o le esigenze
dell'altro. Vivevo l'amore invaghita dall'idea del
possesso e volevo essere felice: Io... e l'altro?
La Gayet di quel periodo non mi è simpatica
e non mi piacerebbe tornare indietro perché
sono sicura che commetterei gli stessi errori e vivrei
la stessa mancanza di comprensione di allora.
È ora che voglio vivere, ora che sono
più matura e conosco molte cose che prima
ignoravo o semplicemente non vedevo: la cecità
degli anni giovanili! Forse ora è troppo tardi
ma non importa: ho scoperto un aspetto della vita che
non conoscevo e che mi riempie tutta di preziose
vibrazioni. Ti sono grata: devo a te se ho potuto
cancellare l'altra Gayet, egoista, confusa, volubile e
vulnerabile. Per sua colpa. Non era un essere
generoso: viveva esclusivamente per se stessa. Fino a
quando cominciò a capire che c'era tutto un
mondo intorno a lei che emanava onde positive e
negative (mi resi conto allora che anche le onde
negative servono per apprezzare il giusto valore di
quelle positive).
E dovetti ammettere che il mondo non esisteva solo
in funzione della mia persona ma che c'erano altri
esseri umani che avevano bisogno dell'aiuto di
qualcuno. Forse del mio aiuto. E fu così che
iniziò il processo di redenzione, che dura
ancora. Fino a quando ?
15 Nov. 19...
Ho visto in tv "La società dei poeti morti".
Ho pianto per il destino di tanti giovani la cui
personalità non ha la possibilità di
svilupparsi per colpa di padri che, invece di aiutarli
a trovare la strada, gli impediscono di realizzarsi
calpestando le loro idee e le loro tendenze. Senza
logica ed obiettività.
Mi fa veramente male quando vedo un adulto
maltrattare un bambino che non può difendersi.
E, nondimeno, credo nella disciplina. La famosa
dualità? Credo di avere pianto anche
perché ti aspettavo e non sei venuto.
"Oggi che t'aspettavo, non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice...
dice che non mi vuoi amare..." come poetava il
Cardarelli.
In verità non so perché sei sparito
di nuovo. È passato un mese e non ho nessuna
notizia di te. Ed io muoio dalla voglia di averti
vicino. Solo che il pudore della mia età
m'impedisce di chiederti di tornare con il tuo modo di
vivere così stravagante e che sa riempirmi di
allegria.
Mi fa male, non posso negarlo, mi fa molto male.
Anche se sempre ho saputo che la nostra relazione
sarebbe terminata. Sento però che il mio povero
cuore e il mio corpo sono lacerati. Ti ho conosciuto
un anno fa e durante questo periodo mi hai dato ore di
grande felicità, come mai avevo sognato di
poter vivere. Per questo ti ringrazio, mille volte e
ancora più. Ti meriti tutto il bene del mondo
ed io non sono la cosa migliore per te.
È la verità e vedo la realtà
sufficientemente chiara per sapere ciò di cui
hai bisogno. Mi piacerebbe vederti felice e
soddisfatto. Per la prima volta, amo
disinteressatamente e penso all'altro e non solo a me
stessa. Vorrei offrirti tutto ciò che ti meriti
perché sei un uomo speciale, un uomo saggio ed
intelligente. Lotta per la tua vita, per il tuo
futuro. Ti voglio bene, non ti amo ma ti voglio bene,
tanto bene.
Charrak!
21/11/19..
Era tornato. Lei lo guardava mentre dormiva nudo
disteso in mezzo al letto, con le braccia aperte e le
gambe appena separate. Un sottile suono le saliva
dalle labbra. Non era molesto.
Lo guardava dormire completamente rilassato e si
domandava perché aveva dovuto aspettare tanto
tempo nella sua vita per vivere un momento così
perfetto. Tutto arriva a chi sa aspettare, era stato
il suo dilemma per tutta la vita. Dimostrava che aveva
avuto ragione. Forse tardi, però stava vivendo
un momento come non avrebbe vissuto così
intensamente, se fosse successo quando era più
giovane ed immatura. Forse non lo avrebbe saputo
valutare.
Sentiva dentro di sé una mescolanza di
sentimenti che la lasciavano stordita. Lo guardava con
ammirazione, affetto, perfino con rispetto, ma non con
amore. Perché non lo amava. Non era innamorata
di lui. Perché?
Forse perché non credeva nell'amore o
perché in passato aveva sofferto nel nome di un
sentimento che poi il tempo aveva cancellato.
L'esperienza che stava vivendo era invece qualcosa di
nuovo, qualcosa che la redimeva dagli amori del
passato che erano stati castranti. Non era più
capace di amare o forse si chiedeva se aveva amato
veramente qualche volta o si era semplicemente illusa.
Forse aveva chiamato amore il desiderio del possesso,
o nel migliore dei casi, il desiderio di sentirsi
parte dell'altro essere che per un momento ci appare
come un dio. L'immaginazione ci fa vivere un romanzo
che quasi sempre finisce per ferirci.
Per Gayet l'amore era come dio: non credeva alla
sua esistenza ma non lo negava. Nel dubbio, preferiva
astenersi. Per lei tutto era materia e il soffio
magico che molti chiamano amore era solo una
combinazione chimica che dura tanto quanto più
forti sono gli ingredienti che le danno vita.
Però credeva nell'amicizia e nell'affetto.
Ed era per questo che era sicura di volergli bene.
Effettivamente le sarebbe che lui avesse una vita
migliore: un lavoro meno faticoso, più sicuro e
più remunerativo. Lui senza dubbio lo meritava
per la grande abilità che aveva in tutto
ciò che si proponeva di fare con le sue mani
capaci. Inoltre erano affiancate da un cervello
eccellente. Magari anche una donna che lo amava
veramente. Forse chiedeva troppo.
Dic. 19...
Gayet aveva una nonna che era molto vitale ed
intelligente. Era sempre rimasta giovane anche se gli
anni erano passati anche per lei come passano per
tutti. Aveva ottantasei anni quando morì.
Qualche tempo dopo la sua morte, Gayet trovò in
un libro una annotazione:
"Sembra che Allah divide ciascuna anima in due
parti e mette una metà nel corpo di un uomo e
l'altra metà nel corpo di una donna. E solo se
questo uomo e questa donna s'incontrano nell'amore, le
due metà si riuniscono nuovamente e formano una
sola grande anima, capace di grandi cose". La nonna
aveva scritto di sua mano: "È una leggenda
bellissima ed il suo significato è molto
profondo. Sono certa che tu sei una parte della mia
anima e solo quando sono vicina a voi, mi sento
viva".
La carta sopra la quale la nonna aveva scritto
quelle parole apparteneva al tempo di quando Gayet
lavorava in un certo ufficio e pertanto la nonna era
già una donna matura.
Ora si domanda Gayet, a chi poteva riferirsi la
nonna? Ad un amore misterioso e segreto, a qualcuno
che doveva avere amato in silenzio e unilateralmente,
sicuramente dopo che era diventata vedova...
Povera!
Sua nonna era nata fuori della sua generazione e
della sua epoca perché era luna persona moderna
e profondamente onesta. La donna più moderna
che Gayet abbia mai conosciuto.
Ora sente nell'anima di non aver cercato la
confidenza di sua nonna per poterla aiutare a vivere
un sentimento che forse l'aveva fatta soffrire. Ora
che anche lei è una donna matura, solo ora
può comprendere. Ora sa che una donna
può sentire desideri e pulsioni a qualsiasi
età ed un tempo era un tabù, era
peccaminoso esprimere sentimenti da parte di donne che
avevano superata una certa età... poiché
sembrava che l'amore fosse monopolio esclusivo della
gioventù.
Suvvia!
Dic. 19...
Mio caro,
ti dissi una volta che non credevo nell'amore e ora
mi domando perché te lo dissi. Non so se credo
esista o no l'amore? Come sempre la mia dualità
mi porta per strade parallele e opposte. Sono ancora
una volta sospesa nel limbo e non capisco chiaramente
quale sono le mie idee, ciò che penso e
ciò che credo.
Non voglio filosofare anche perché so di non
essere all'altezza per un dialogo di quel genere,
però voglio guardarmi dentro e cercare di
scrutare nel fondo di questa matassa di sentimenti,
sensazioni ed immagini che fluttuano e non mi lasciano
vivere in pace.
Forse perché ho amato più di una
volta e quindi non credo nell'amore eterno (fortunato
chi può viverlo!). Ho amato e sofferto anche se
poi il tempo ha coperto i ricordi quasi sempre
dolorosi con il pietoso oblio. Quando tutto terminava,
era il vuoto. O il niente assoluto. Naturalmente alla
mia età, sono il risultato delle varie
esperienze (e non solo amorose) ed anche se non credo
troppo all'esperienza, visto che oggi faccio gli
stessi errori di ieri, nondimeno ho cambiato
atteggiamento nella mia condotta esterna. Per
pressioni interiori forse causate da fatti che "volis
nolis" mi hanno plasmato.
Mi sarò indurita o vedo le cose più
chiare?
Ti voglio bene? Ti desidero? Cosa sento
effettivamente per te? Se ti avessi incontrato quando
ero più giovane, mi sarei innamorata di te... o
no? Mi domando come posso sopportare la tua maniera
zingara di portare avanti una relazione... Ho detto
zingara? Ma se non so assolutamente niente degli
zingari. Perché a volte si usa una espressione
senza rendersi conto se la si usa a proposito o no?
Portiamo attaccata addosso una educazione o una
eredità che ci lasciarono i nostri antenati e
transitiamo nella vita come ciechi, appoggiandoci a
regole decisamente superate, a pregiudizi e a norme
che non hanno senso o che non ci aiutano certamente a
vivere meglio.
Ho cercato di svegliarmi e forse ci sono riuscita
ma solo a metà. L'educazione ricevuta quando
ero una ragazzina mi è entrata profondamente
nella pelle e mi costa cercare di strapparmela da
dosso. La vita passa e noi moriremo. E poi cosa?
È passato un altro anno, Gayet e Rom
continuano a vedersi. È una relazione sui
generis, in effetti è una relazione molto
particolare.
Hanno passato insieme l'ultimo dell'anno ed hanno
salutato il principio dell'anno nuovo ballando come
due ragazzini, bevendo birra e sidro. Guardando il
cielo stellato. Sono solo due esseri umani, senza
età, vitali e pieni di voglia di vivere. Forse
si vogliono bene anche se non sono innamorati, nel
senso comune della parola, l'uno dell'altra. Per
questo la relazione dura, imprevedibile, tenera, fuori
del tempo e della routine. Sono soltanto due esseri
umani che si incontrano quando hanno voglia, senza
scene di gelosia o di diffidenza, due persone alle
quali piace stare insieme, baciarsi, toccarsi e fare
l'amore. E parlare.
Sì, perché parlano di tante cose. A
Gayet piacerebbe. È diventata una sua idea
fissa che Rom possa trovare un lavoro migliore che gli
permetta di vivere una vita migliore. Rom è un
bell'uomo, ha mani capaci di trasformare qualsiasi
cosa dal niente ed un buon cervello: meriterebbe un
presente ed un futuro diversi. Se lei fosse ricca, si
sposerebbe con lui per assicurargli una vecchiaia
senza preoccupazioni. A volte le sembra di essere una
madre che vigila su di lui perché non getti via
il suo tempo e le sue qualità.
Gayet cerca di essere obiettiva: il giorno che
tutto finirà tra di loro, vuole essere sicura
che Rom non finirà con una compagnia sbagliata
o non adatta a lui e soprattutto con i problemi di
sempre.
È come se sapesse che può morire da
un momento all'altro e vuole lasciare la casa in
ordine.
Come e quando finirà? si domanda Gayet. Non
le piace farsi questa domanda perché crede che
niente comincia e pertanto niente termina. Qualsiasi
accadimento è un passaggio, una fase della vita
importante o meno, un qualcosa che fluttua fin
dall'origine che si perde nella nebbia della magia del
vivere in un mare crepuscolare. Altre volte invece
svaniscono in un mare brillante come il sole, in un
mare di sensazioni che tutto assorbe e trasforma. Le
piace anche sognare come ad ogni essere dotato di
fantasia e di speranza. Sogna che un giorno
diventerà sufficientemente ricca così
che alcuni dei suoi sogni si materializzeranno.
Potrà comprarsi una casetta in campagna ma
vicino al mare, dove vivrà con i suoi libri, i
suoi animali, tra i quali un cavallo. Lì Rom
potrà farle visita quando avrà voglia. E
Rom? Lui avrà un grande camion per potere
lavorare e viaggiare per tutto il paese, libero da
tutti i problemi che attualmente lo affliggono. Libero
nel corpo e nello spirito.
E tutti vivranno felici e contenti per molti anni.
Fine di un sogno.
Gayet è cocciuta. Lo è sempre stata
per tutta la sua vita. Solo grazie alla sua tenacia ha
potuto realizzarsi quantomeno in parte. Lei crede:
"IF AT FIRST YOU DON'T SUCCEED, TRY, TRY, TRY
AGAIN" (se in un primo momento non hai successo,
tenta, tenta, tenta di nuovo).
Questo è stato sempre il suo motto che ha
guidato la sua vita e che sempre ha consigliato ai
suoi amici e alla gente che la circondava. Lottare con
armi pulite per ciò che uno crede è la
ragione della sua vita: con determinazione e senza
arrendersi mai. Kipling docet. Vivere la vita con
intensità, ogni secondo, ogni minuto: questa
splendida esperienza, piena di dolore ma anche di
momenti magici. Non perdere mai la magia della
sorpresa. Tutto è alla nostra portata. A
qualsiasi età si può stendere la mano e
raccogliere ciò che si è seminato
(è consigliabile naturalmente seminare
qualcosa) ed usare il cervello. È vero che in
alcuni casi anche chi ha lottato ha fallito lo stesso.
Ma questo non vuole dire che ci si deve scoraggiare o
desistere. Alla lotta. Per la vita.
Vi abbraccia tutti, tutte...
Vostra Gayet.