LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie tratte dal libro
- Fabrizio Orlandi, La finestra di confine,
- editrice Montedit, 1998,
pp. 32, Lit. 3.500, ISBN 88-86957-34-3
- Dedicato a Rosanna
- L'orizzonte ha disteso le ali
- su una terra arida,
- il sole si è alzato,
- gli uccelli hanno cantato,
- una principessa ha messo nella vita
- le proprie impronte.
- Gli ingranaggi della notte
- Mi piacciono gli ingranaggi
- che rendono teso
- il vestito della notte,
- le citazioni che quasi imbarazzano
- l'integrità di pensieri senza lustrini,
- ma la mia alba è una bimba
- che corre sul filo degli Dei
- e che mi parla di te
- negli intervalli che arginano
- il poco sonno che mi abbandonò.
- Nelle mie tasche ho un cielo
- da disegnare e da riempire,
- e tu, mia stella,
- saresti un'ottima pittrice di fine secolo.
- Su quella strada che conduce
- al mare che poi diventa terra
- ognuno lascia un qualcosa di suo,
- ed io parlai prima con me
- e poi con Dio,
- poi lasciai una certezza:
- che l'amore per forza cambia nome
- e per me è Rosanna
- l'emozione che muove il sentimento,
- l'esistere che diventa vivere.
- E come i giorni che si fanno guerrieri
- e chiudono la malinconia dietro
- a frontiere senza precisa costellazione,
- i miei giorni intravedono della logica
- il profilo che si esercita
- coi tuoi denti e col tuo sorriso.
- Ma i poeti sono strane configurazioni
- domati dalla parola
- e da una domanda di troppo,
- e la tristezza a volte è il manichino giusto
- con cui uccidere la musica.
- Queste ascese interiori,
- con cui ogni giorno
- verso un po' della mia anima nella tua,
- sono una parola
- di quella frase che mai conosceremo,
- sono il piatto vuoto
- di un contenuto miscelato col mistero.
- Però quando oggi pronuncio Rosanna
- lascio all'istinto il compito piacevole
- di aggiungerci «Ti amo».
- Favola
- La mancanza di una certa stella
- che fa buono il cielo,
- il torrido sorriso di soldati
- che ripristinano vecchi ideali
- vicino a un albero con l'antica divisa,
- l'assurda certezza di essere qualcuno
- sostando lungo la sponda
- che rende lo sguardo bieco,
- la ritirata nelle catacombe
- per riempire la notte
- con giochi asociali,
- il lamento smemorato
- di attrici senza ruolo
- imbalsamato in gambe da marciapiede,
- l'improvvisazione che si stupisce di se stessa
- e ne rimane segnata nel DNA,
- e per finire questa favola
- che tenterà di farvi chiudere gli occhi.
- La finestra di confine
- Un giorno la mia figura spettrale
- farà da divano alla tua stanchezza,
- rivedrai nel mio corpo da navigatore fallito
- quella lastra di vetro, che io chiamo anima,
- parlarti di cose comuni e banali.
- Sarò la finestra di confine
- dalla quale assorbire il tramonto
- come una bevanda senza conservanti.
- Casualità
- Si insinuano laute proiezioni
- sospinte
- da uno scambio di riflessi
- prigionieri
- di una medesima casualità.
- Insieme
- Ecco la mia vita
- che cammina nella tua,
- come l'aria nel palloncino
- sono chiuso dentro di te;
- ecco questo vento tropicale
- che semina follia nei tuoi capelli
- e questo mare si allunga,
- lievemente disperato,
- cercando il tuo contatto
- e l'aroma del tuo corpo.
- Cacciatore di falò
- Applauso indigeno,
- l'alchimista
- cacciatore di falò
- tuona sequenze ombrose
- rinchiudendo,
- in decrepite pergamene,
- formule sfregiate.
- Ipocrisia
- Parlano di cieli oscuri
- posti su disegni predefiniti,
- cantano di rime andate a male
- e di poesie stonate,
- si versano nell'acqua
- diamanti di vino
- credendo di bere il santo sangue.
- ***
- Nei tuoi occhi c'è la vita
- che si ricama
- il vestitino della quotidianità.
- Se Dio trovasse il coraggio
- anche lui ti offrirebbe una rosa.
- Ogni volta che vedo un lampo
- penso a Qualcuno che ti fotografa
- per la sua collezione personale.
- Vorrei colorare la mia stanza
- di blu e portarti con me
- e addormentarmi ogni notte
- accanto alla mia stella.
- Per te sarò anche un piazzale notturno
- sul quale sederti e contemplare.
- L'accademico spulciare negli alveoli
- di un'ascesa sentimentale,
- avvelena l'intuito
- fino a disorientarlo.
- Sovranità
- È dettare al giorno
- il discorso da pronunciare,
- è rendere i giorni
- schiavi della nostra pazzia.
- Il punto interrogativo
- Il mio bagaglio di memorie
- è la spesa della nonna,
- l'esperienza è il paio di scarpe che indosso
- su un corpo frustato dall'istinto,
- quando poi sorrido i miei denti
- sono palazzi pericolanti
- per la precaria certezza
- che il morso sia virile ed efficiente.
- Se mi guardo allo specchio
- c'è un punto interrogativo
che parla con la mia voce.
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