- I
- Preambolo
-
- Prima d'iniziare a parlarvi della Padania
è necessario che vi descriva alcune cose
di un Paese molto strano: l'Italia. Molto tempo
fa questa nazione era frequentata da poeti e
navigatori. I primi erano sempre impegnati a
descrivere l'immensa sfiga che avevano quando si
innamoravano di una donna. I navigatori invece
occupavano il loro tempo libero scopando la
donna che i poeti desideravano amare. Come si
può intuire i navigatori e i poeti erano
molto amici, si completavano.
- Oggi invece, l'Italia è purtroppo
diventata un Paese molto diverso. È una
nazione formata da tassati e da politici. I
primi cercano di risparmiare quattro soldi, i
secondi si danno da fare per prenderglieli con
qualsiasi mezzo. Queste due categorie di persone
ovviamente non si sopportano più. I
tassati sono contrari al potere romano dei
politici e li accusano di inefficienza, ritardi,
corruzione, giochi di potere ed
incapacità nel gestire la cosa pubblica.
Ma pensate all'ironia della sorte: ad affrontare
e risolvere questi problemi che minano il
rapporto di fiducia tra i cittadini e il potere
è stato chiamato un uomo che si chiama
proprio "Romano", sì, il ciclista. La sua
esternazione migliore quando informa i cittadini
sui contenuti della manovra finanziaria
è: «pedalare».
- Anche se oggi è il capo del
governo, il suo prestigio è in forte
calo. Una volta si chiamava "Romano il pilota"
in quanto possedeva l'Alfa Romeo. Dopo aver
falcidiato migliaia di dipendenti ed aver
grippato il motore, decise di venderla a un
avvocato di Torino. Allora pensò di
cambiare mezzo di trasporto. Capì che per
rimanere in sella doveva prendere la bici. Ora
se sbaglia qualche manovra (finanziaria) non gli
resterà che andare a piedi. Anzi tutta
l'Italia resterà a piedi. Saremo tutti su
una strada ad aspettare che qualcuno ci dia un
passaggio. Nonostante tutto pare un buon
ciclista, anche se ha i suoi problemi. Quando lo
vedi correre ha l'aria di uno che vuole
ritirarsi da un momento all'altro; e invece no,
lui continua a discapito di tutto e di tutti.
Sembra che faccia la Parigi-Roubaix in una
giornata di freddo bestiale e con un tempo cane.
Ma nel momento topico del percorso, mentre
pedala faticosamente sul pavè e
incomincia a grandinare, ecco che si accosta
l'ammiraglia. Dal tettuccio esce un uomo che si
ripara con un eskimo verde modello Piazza Rossa.
Il suo sguardo è quello di chi sa di
essere un abusivo, un clandestino. È lui,
il mitico Bertinotti. Noi che guardiamo la scena
ci chiediamo: ma che cazzo ci fa Bertinotti
sull'ammiraglia dell'Ulivo? Pensavamo tutti che
fosse solo un tifoso di Romano. Invece altro che
tifoso, è lui il vero direttore sportivo
della squadra. Lo vedi che si sporge fuori dal
tettuccio della sua Skoda blindata e sbraita:
«vai più forte, tieni la sinistra,
vai a sinistra, strappati i peli delle
gambe», ecc.
- Romano non è contentissimo di
questa situazione, ma appena accenna a
ribellarsi, Bertinotti minaccia di bucargli le
ruote esibendo un pugno di chiodi appena
espropriati a un cantiere autogestito
dell'hinterland milanese. Ormai è Fausto
che comanda. Tutti questi retroscena saranno
svelati da un libro che Bertinotti sta finendo
di scrivere. Si tratta di un manuale che insegna
a legittimare il potere e si intitola «Per
un pugno di Chiodi». Ma allora io mi
domando: chi è il grand patron della
squadra? È D'Alema. È lui che
dovrebbe comandare la squadra attraverso il
direttore sportivo ufficiale dell'Ulivo
Veltroni. Invece questo atteggiamento di
Bertinotti lo ha spiazzato. Quando D'Alema lo
vede sbucare fuori dall'ammiraglia s'incazza
come una bestia. Quando lo vede uscire
dall'ammiraglia c'ha le palle che gli girano a
2.000 giri al secondo. Ma povero D'Alema, deve
fare buon viso a cattivo gioco. D'altra parte te
lo immagini lui, capo carismatico dell'Ulivo,
che si mette sto ramoscello d'ulivo tra i denti,
impugna un Kalashnikov e tira una raffica a
Bertinotti non appena sbuca con la testa
dell'ammiraglia? No dai, stona. Dovrebbe almeno
togliersi il ramoscello d'ulivo e prendere in
mano falce e martello, oggetti che conosce e usa
molto bene. Allora sì che sarebbe in
tema.
-
- L'Italia è un Paese molto
incasinato. Non si capisce più niente. I
politici si sono messi a fare i magistrati, i
magistrati fanno i politici, gli imprenditori
finanziano i partiti e i sindacati governano. Un
vero puttanaio. L'unico che si è
comportato in modo estremamente chiaro è
stato Di Pietro. Voleva fare il politico ma
aveva un problema: l'area di centro, che
è quella dove si voleva accasare, era
troppo affollata. Ecco che mentre faceva il
magistrato ne ha approfittato per sfoltirne le
fila, facendo fuori quasi tutti. Per questo
attacco chirurgico non si è mai sporcato
le mani. Li ha distrutti con una biro modello
Cremlino. Così è diventato il capo
banda del Pool mani pulite e unghie sporche. Il
nome di battaglia di Borrelli e Di Pietro
è «gemelli unghia» (ecco
perché alcune persone di Brescia gli
vogliono fare la manicure). Poi si è
sdraiato al centro a rivendicare i voti
moderati. Ma il suo più grosso problema
è quello di non essere riuscito a
distruggere Berlusconi. Di questo non riesce a
darsi pace. Ormai è diventata una
questione d'orgoglio. Ma prima o poi
arriverà qualcuno che indossando le vesti
del pentito riuscirà a dire quanto voluto
o desiderato. Infatti una professione che in
questo momento è molto di moda è
quella del pentito. Quando lo diventi ti sei
sistemato per tutta la vita: giri con la scorta,
hai una nuova identità, prendi uno
stipendio da nababbo, insomma sei una persona
arrivata. Non è difficile avviarsi a
questa nuova professione. Non bisogna studiare,
fare concorsi, fare la gavetta. No, niente di
tutto questo. Basta semplicemente prendere un
mitra, far fuori un po' di persone, buttare
qualche bomba e il gioco è fatto.
Più persone fai fuori e più il tuo
stipendio sarà alto. Se poi riesci a
recepire i suggerimenti di qualche magistrato ti
fanno andare anche in crociera. Ci sono tre
livelli. Il primo è quello del
dichiarante, quello che davanti a un magistrato
dice: «bona la moglie di Berlusconi».
Poi c'è il collaboratore di giustizia che
dichiara «Berlusconi potrebbe aver corrotto
qualcuno». Infine si arriva al livello
più prestigioso costituito dai pentiti
veri e propri che si riconoscono da queste
esternazioni «Berlusconi ha corrotto la
Guardia di Finanza con il pagamento di
tangenti». Certo che i tempi sono proprio
cambiati. Pensate un po'. Se una volta andavi da
un magistrato a dire che Andreotti aveva baciato
Riina, ti mettevano dentro per calunnia e ti
facevano fare la perizia psichiatrica. Se lo fai
oggi diventi famoso, ricco e organizzano anche
una festa in tuo onore. Vacci a capire qualcosa!
Comunque tutto il mondo politico è
nell'occhio del ciclone. In questi anni hanno
esagerato, troppe tangenti. Un giorno in
Parlamento un deputato in erba fece un lapsus e
disse «...chi ruba scagli la prima
pietra». Successe un putiferio.
Scoppiò l'Intifada parlamentare. Volavano
pietre da tutte le parti...
- Credo che quanto descritto in questo
preambolo, faccia capire esattamente che la
nascita della Padania non deriva da odio
razziale bensì dalla totale insofferenza
che i cittadini nutrono nei confronti del potere
politico italiano.
-
- Clamoroso!!! Roma, 4 giugno 1997. Un
commandos di assaltatori padani, armati di mano
morta, ha fatto irruzione in Bicamerale. Per la
drammaticità dell'azione molti presenti
sono stati colti da malore.
- Alle ore 13,53 dopo che il presidente
D'Alema ha cercato la soluzione democratica si
è avuto il tragico epilogo. Il commandos
ha usato le armi colpendo a morte il "Premier
Forte". Purtroppo questa volta a causa
dell'imprevedibilità dell'azione, i Gis
non sono riusciti ad intervenire e i Nocs erano
ancora in pullman che stavano tornando da
Venezia. Dopo questa azione chirurgica a cuore
aperto il capo dei secessionisti Maroni ha
diramato un chiaro referto medico-politico sulla
Bicamerale: "lo Stato godrà di buona
Costituzione".
-
|