Risultati
di concorsi
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- V Edizione Concorso
Internazionale di poesia
-
- Olympia
Città di Montegrotto
Terme
- Sezione
Speciale 2005 Poesia Donna
-
Il Cenacolo dei Poeti
Euganei rende note le valutazioni effettuate dalla Giuria
della quinta edizione del Concorso Internazionale di
poesia Olympia Città di Montegrotto Terme Sezione
Speciale Poesia Donna, composta da Paolo Carniello
(presidente), Enzo Moretto, Lucia Palmarini
(giornalista), Leonardo Ruzzante, Sandro Bianda (giorn.),
Gianfranco Marcadella. la quale dopo attenta valutazione
delle opere pervenute è giunta alla conclusione di
premiare le seguenti opere:
-
- 1°
class: Franco
Fiorini di
Veroli (FR) con "E
un altro giorno accadde".
Vince Targa Hotel Terme Olympia - Euro 500,00 offerte
dall'Hotel Terme Olympia di Montegrotto Terme -
Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui gli
verranno assegnate 50 copie - Attestato di merito -
Pubblicazione della poesia vincitrice sulla rivista Il
Club degli autori e sul sito internet www.club.it.
Inoltre il premiato sarà ospite gratuito
dell'Hotel Terme Olympia per un pernottamento e un pasto
(pranzo o cena del sabato)
-
- 2° class:
Stefano
Tonelli di
Milano con "L'eclissi".
Vince Targa Hotel Terme Olympia - Pubblicazione di un
libro di 32 pagine cucito con punto metallico di cui gli
verranno assegnate 50 copie - Attestato di merito -
Pubblicazione della poesia vincitrice sulla rivista Il
Club degli autori e sul sito internet
www.club.it.
-
- 3° class:
Fabio
Riccardi di San
Martino Siccomario (PV) "Ludovica".
Vince Targa Hotel Terme Olympia - Pubblicazione di un
quaderno di 32 pagine di cui gli verranno assegnate 50
copie - Attestato di merito - Pubblicazione della poesia
vincitrice sulla rivista Il Club degli autori e sul sito
internet www.club.it.
-
- 4° class:
Maricla Di
Dio di
Calascibetta (EN) con "Mi
ascolto". Vince
la pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui gli
verranno assegnate 50 copie - Attestato di merito -
Pubblicazione della poesia vincitrice sulla rivista Il
Club degli autori e sul sito internet www.club.it.
-
- 5° class:
Rosa Maria Corti
di Lenno (CO)
con "Sui
passi di Klingsor".
Vince la pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui
gli verranno assegnate 50 copie - Attestato di merito -
Pubblicazione della poesia vincitrice sulla rivista Il
Club degli autori e sul sito internet www.club.it.
-
- 6° class:
Giampaolo
Merciai di San
Marcello (PT) con "Occhi
di luce". Vince
la pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui gli
verranno assegnate 50 copie - Attestato di merito -
Pubblicazione della poesia vincitrice sulla rivista Il
Club degli autori e sul sito internet www.club.it.
-
- 7° class:
Marina Canal
di Mestre (VE)
con "Mi
nascondi il tramonto"
-
- 8° class:
Domenico Luiso
di Bitonto (BA)
con
"Dei giorni bianchi il costeggiare lento"
-
- 9°
class: Pietro
Catalano di
Roma con "Un
istante prima"
-
- 10° class:
Giulia Borroni
di Castellanza
(VA) con "Miraggio"
-
- Dal 7° al
10° classificato vincono Attestato di merito -
Pubblicazione della poesia vincitrice sulla rivista Il
Club degli autori e sul sito internet www.club.it.
-
-
- Sezione
Speciale Poesia Donna
-
- 1° class.
Daniela
Raimondi di
Londra (UK) con "Il
sole del mattino".
Vince Trofeo Donna Hotel Terme Olympia - Attestato di
merito - Pubblicazione della lirica premiata sulla
rivista Il Club degli autori e sul sito Internet
www.club.it - La vincitrice del Trofeo Donna Hotel Terme
Olympia sarà ospite gratuita dell'Hotel Terme
Olympia per un pernottamento e un pasto (pranzo o cena
del sabato)
-
-
-
- Segnalazione della
giuria con attestato di merito ai seguenti
autori:
- Massimo Palladino
di Cazzago (VE)
con "La donna della laguna"
- Giorgio Dei Rossi
di Mestre con
"Silvia" e "Cammino"
- Elena Guidi
di Vizzolo
Predabissi (MI) con "Chimere diuna vita"
- Serena Panaro
di Acqui terme
(AL) con "Acquerello"
- Emma
Mazzuca di
Latina con "Un giorno" e "Vivendo"
-
-
-
- PREMIAZIONE
- Si è tenuta all'Hotel Terme Olympia di
Montegrotto Terme sabato 10 settembre 2005 alle ore
18.
|
-
1° class: Franco Fiorini
- E un altro giorno
accade
-
- È lunga
la notte d'ospedale
- e dura la
sedia
- al capezzale
di mio padre.
- Stemperano il
buio
- incerte sagome
di letti
- tra un rantolo
sospese
- e una
bestemmia.
-
- Respira forte
il mio vecchio
- &endash; due
polmoni di catrame
- rubato una
vita all'asfalto delle strade
&endash;
- perso lo
sguardo alla memoria
- di mille
primavere
- dal tempo
sfiorite una stagione
- come il giugno
di ginestre alle colline.
-
- Tornava a sera
mio padre
- il sole
dell'estate sulla pelle
- l'ombra di
luna su fieni di trifoglio.
- Quanti ritorni
sorpresi sulla soglia
- a colmare
lunghe attese di tramonti...
- Era il gigante
dalle spalle grandi
- le mani gonfie
fattesi carezza
- erano piccole
braccia appese al collo
- poi erano
soltanto sogni belli.
-
- Respira forte
il mio vecchio
- ancora una
battaglia dopo tante
- salda la
grande quercia alle radici
- ultima difesa
al vento del destino.
-
- Dalle finestre
l'alba
- getta fasci di
luce nella stanza
- spianando
solchi di rughe sulla fronte.
- E un altro
giorno accade al mio presente.
|
-
2°
class: Stefano Tonelli
L'eclissi
-
- Volava alto e
lontano il mio sguardo,
- pur nelle
quiete more dell'infanzia,
- sitibondo di
vita e di ebbrezze giovanili,
- come un
cavallo su un'altura, fremente
- a sottomettere
il vasto verde.
-
- La tarda
primavera schiudeva
- dolci
fragranze di fiori che
- risvegliavano
appetito ai miei sensi,
- l'oscurità
a me amica
- non regalava
però parole
- ma solo
fantasmi
- per vivere i
sogni di giovane adulto.
-
- Vivevo
sensazioni presenti e future,
- certo che
presto sarei entrato
- nella foresta,
assaporando ogni
- suo frutto,
fiore e foglia,
- giocando a
piedi nudi sul prato.
-
- Poi un osceno
pianeta maligno
- irruppe
spegnendo odori e sogni
- e a testa
bassa fui schiavo di paure
- e infinite
cure e timori.
-
- Oppresso e
gravato dal buio
- e dalla nebbia
ormai nemici,
- procedevo
blindato,
- ma la vita non
sentiva più
- il suo dolce
ebbro sapore di prima.
-
- Ancora oggi
sono cieco
- per
quell'eclissi.
|
-
3° class: Fabio Riccardi
Ludovica
-
- Come una
vecchia e affascinante signora
- la piazza
antistante all'orgoglioso Duomo
- è un
grigio e vigoreggiante manto di
seta.
-
- La piazza sa
essere candida
- nel suo
affanno remoto
- e ospita un
bambino che apre i suoi sogni
- sulle ali di
un aquilone.
-
- Mormorando
l'eleganza di una geisha
- l'aquilone
sembra un germoglio vivo
- nel sole che
svanisce allontanando l'oriente.
-
- Libero vola
l'aquilone fino al limite del mondo
- in equilibrio
sui miei pensieri per te
- sciolti in
questo inverno strappato alla terra
- e rincorso da
gomitoli di vento confuso e
affranto.
-
- Come vorrei
l'assenzio del mio cuore
- stringere tra
le mani e mutare in calice di passioni
leggere
- da addolcire
per le tue labbra.
-
- Vola
l'aquilone eludendo il mio controllo
- ed il bambino
scalzo lo rincorre
- sparendo oltre
le vie che portano a casa tua.
-
- I gesti dei
passanti volano iridati
- mentre si
adornano della carismatica essenza
- di ogni tuo
passo sulla terra.
-
- Accoglimi come
se fossi
- il cielo buio
che si nasconde sotto l'oceano
- e fammi
lievitare donandomi i colori
- che accolgono
i tuoi respiri beatamente infuocati.
-
|
4°
class: Maricla Di Dio
Mi ascolto
- Gli occhi
pieni di vento
- non permettono
rosari di stelle
- così
nel vagito della notte
- mi
ascolto
- Lascio che
parli alito di pensiero
- tessendo
- muti verbi
d'altri mondi
- Parlo con note
adunche
- sbranando
memorie
- Accendo voli
per remoti asili
- ... Asili?...
come se avesse nido il pensiero
- o calda tana
sotto croste di luce!
- No. Nessun
tetto lo copre
- Si raggira per
ineffabili torri
- nudo
viandante
- libero
- solo
- Sfiorerà
petali di fiori d'aria
- berrà
fonti d'acqua salmastra
- percorrendo
viottoli di more stantie
- Ho la
volontà del bucaneve
- sbucato sotto
un'alba primordiale...
- ...
Straccerò le parole smesse
- come pergamene
imputridite...
- Ma se tutto
è stato già detto...
- Che rimane, di
me? Di te?
- ... forse...
sì... Forse parlerò
domani
- anche di te.
Adesso chiudo il sipario
- sulla mente
sfibrata
- Dormirò
tra le quinte
- nell'ispida
radice del tempo
- Ora è
già tardi.
- La notte,
smuore.
|
-
5° class: Rosa Maria Corti
Sui passi di Klingsor
-
- La voce del
vento mi porta
- storie che
sono state
- in questo
viottolo tenebroso
- che non vede
mai il sole,
- su questi
scalini calpestati,
- ammuffiti,
smarriti.
- Qui tra un
ciuffo di malva
- e poca erba
ingiallita
- una pallida
luce rischiara
- vecchie mura
intristite.
- Fredda e muta
è la cenere
- ma nel fuoco
dei miei pensieri
- rivive la
fatica di castagne
- biascicate fra
ricordi e rimpianti.
- Un vecchio
canterano
- racchiude di
scena costumi
- che hanno
vestito sogni
- ormai da tempo
scoloriti,
- opachi ottoni
che hanno ritmato
- speranze ormai
avvizzite.
- La voce del
vento mi porta
- un grido:
è solo la mia voce
- impotente di
fronte al tempo
- che scorre
sempre uguale,
- inesorabilmente.
Fuori dall'ombra
- anche la
piazza all'improvviso
- sembra gridare
nel sole bianco.
- E ritrovo di
Klingsor i passi,
- il muro
dipinto di rosa e di giallo,
- i fiori
azzurri, rossi e il pappagallo.
- Come un
miraggio la Regina rossa
- che del mago
poeta ripete mesta
- le note
parole: "Tutto muore.
- Solo l'eterna
Madre resta".
|
-
6° class: Giampaolo Merciai
Occhi di luce
-
- Il ponte
barcolla
- se il vento
che spoglia i castagni
- rompe il
silenzio chiuso nella mia ombra.
- Ho fame del
tuo pane, Occhi di luce.
-
- Il falco,
nell'aria imbalsamata
- di un inverno
che non concede tregua,
- allarga le sue
ali senza far rumore.
- Alberi lontani
parlano coi lupi
- in una notte
senza luna.
- Il canto del
gallo
- chiama il sole
nel mattino che brina
- e, ad ogni
canto,
- la mia voce si
fa più antica.
- La pioggia,
cancella
- le macchie
bianche della neve
- rimaste come
coriandoli nei fili d'erba,
- il sole,
prigioniero delle nuvole
- che nascondono
San Vito,
- scenderà
nel giardino degli abeti
- cancellando i
graffi della memoria.
-
- Magico
è il giorno
- sulla terrazza
di perle
- appena cadute
dal mare dell'Amore;
- conserva il
tuo sorriso, Occhi di luce.
- Dalla finestra
vedo la strada che sale.
- Papaveri rossi
sul davanzale del tuo cuore
- apriranno la
valigia della primavera
- e la tua
luce,
- che fa vibrare
ogni piega della mia anima,
- illuminerà
questa stanza.
|
-
7° class: Marina Canal
Mi nascondi il tramonto
-
- Spegni questa
musica lieve
- che toglie
estensione
- al respiro
interiore,
- avvolgiti con
me nello spazio vuoto:
- è il
luogo dell'anima
- che si
interroga.
-
- Da lungo tempo
sono in ascolto:
- ho aggredito,
maltrattato senza pietà,
- spogliato la
bambina che ero,
- l'ho lasciata
nuda e inerme
- ricoperta di
strato scivoloso
- e
imprendibile
- fino a
quando,
- spezzandone il
tronco,
- ne ho visto la
linfa.
-
- Ora affido al
tuo sguardo
- l'anima
così denudata
- ma tu non sai
leggervi,
- non riconosci
il tempo
- del
nutrimento.
- È come
tepore di pietre
- intorno a un
camino già spento
- la voce della
tua anima,
- come cinta di
ferro
- l'aria che
respiri.
-
- Ormai so, non
è presso te
- che trovo
gemellanza,
- eppure resto a
guardare
- aspettando
nuove faville.
- Ed è
sempre gioia
- il tremore che
preme sottile in petto,
- quando
appoggiato
- al mio corpo
mi nascondi il tramonto.
|
-
8° class: Domenico Luiso
Dei giorni bianchi il costeggiar
lento
-
- Dei giorni
bianchi il costeggiar lento
- lungo le rive
non lambite
- il
canto
- delle stagioni
naviganti il vuoto
- dissolto il
gelo nei crepacci
- il
caldo
- che non si
stampa sulla pietre
- e
l'ombra
- di un sole
secco di campane
- e
suoni
- senza
l'arpeggio delle distinzioni
-
- noi conoscemmo
tutto e non chiediamo
- il tempo dopo
il tempo e un'acqua nuova
-
- temiamo forse
le risposte o siamo
- vessati
dall'assenza di risposte
-
- non
trilleranno le ali alle cicale
- fatte di gesso
all'incessante pianto
- senza risposte
d'echi dei perdenti
- e al sangue
che cementa i nostri rovi
-
- se tu mi
ascolti chiuso nella torre
- di carne magra
con le volte esangui
- sappi che non
ho più domande in gola
-
- le ho murate
tra le connessure
- di questa casa
senza vetri
- per
paura
- che al giorno
bianco che lontano scorre
- possano fare
segni di richiamo.
|
9° class: Pietro Catalano
Un istante prima
- Quel giorno il
sole bruciava
- l'erba
assetata di piogge
- che dissolvono
l'afa
- negli spazi
del cielo grigio,
- e le ombre
s'incontravano
- lungo linee
diritte
- a disegnar
paure di antichi anfratti.
- Fu il solco
che separò
- la notte
dall'alba,
- pagine bianche
di un libro
- già
scritto ma non letto,
- oltre la luna
il sole si nascose,
- ed il grano
cessò di maturare
- per le
stagioni distorte
- e s'arrese
alla gramigna risorta;
- forse lo
sgomento
- del futuro
già presente
- svelava
realtà concepite
- nelle notti
d'inverno,
- sotto coperte
intrecciate
- di lane grezze
soffocavano
- i lamenti
delle viscere,
- ma la mente si
ribellava
- ai sogni
infranti,
- quasi il
domani s'allontanava
- lungo argini
indefiniti,
- l'acque che
bevevo
- erano lacrime
mie.
- Un istante
prima
- di gridare il
mio nome
- stringesti
forte la mano
- a legare per
sempre
- le radici col
tempo infinito,
- padre
mio!
|
-
10° class: Giulia Borroni
Un istante prima
-
- Quel giorno il
sole bruciava
- l'erba
assetata di piogge
- che dissolvono
l'afa
- negli spazi
del cielo grigio,
- e le ombre
s'incontravano
- lungo linee
diritte
- a disegnar
paure di antichi anfratti.
- Fu il solco
che separò
- la notte
dall'alba,
- pagine bianche
di un libro
- già
scritto ma non letto,
- oltre la luna
il sole si nascose,
- ed il grano
cessò di maturare
- per le
stagioni distorte
- e s'arrese
alla gramigna risorta;
- forse lo
sgomento
- del futuro
già presente
- svelava
realtà concepite
- nelle notti
d'inverno,
- sotto coperte
intrecciate
- di lane grezze
soffocavano
- i lamenti
delle viscere,
- ma la mente si
ribellava
- ai sogni
infranti,
- quasi il
domani s'allontanava
- lungo argini
indefiniti,
- l'acque che
bevevo
- erano lacrime
mie.
- Un istante
prima
- di gridare il
mio nome
- stringesti
forte la mano
- a legare per
sempre
- le radici
col tempo infinito,
- padre
mio!
-
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Sezione
Speciale Poesia Donna
1°
class. Daniela Raimondi
Il sole del mattino
-
- Il sole del
mattino era un dono semplice,
- un segno
d'amore fra le strade.
-
- Ricorda il
bacio d'inverno
- che hai
lasciato nel palmo della mia mano,
- il profumo di
lago che ci fioriva sulle dita.
-
- Non è
bastato il tempo del silenzio
- né il
passo incerto di chi non sa leggersi nel
cuore.
- Bisogna
rieducare gli alberi adesso
- e i chicchi di
grano, e il rumore delle foglie.
- Bruciare
amuleti in un cerchio di fuoco,
- partorire
giorni nuovi
- con la bocca
piena del tuo nome.
-
- Mi
riconoscerai da in cima alle scale,
- dal volto
teso, dalle mie braccia nude.
- Slegherai le
scarpe e i miei capelli.
- Mi ungerai una
croce sulla fronte
- e là,
dove sboccia il piacere.
- Dove si fonde
il sogno
- la
pietra
- il
nulla.
|
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