02-1998 12:38 by Claris Home Page version 2.0-->
Scrittori contemporanei
Simona Vassetti
Nata in una calda estate napoletana la piccola peste, che rimarrà tale, coltiva fin da bambina la passione per la musica, il teatro, la letteratura. Abbandonata la scrittura dei diari, comincia a comporre brevi poesie. Più tardi si cimenta con la narrativa ('Lontana dal cuore' viene inserito nella raccolta 'Bambine cattive', '94), poi prova con i fumetti (viene pubblicato 'Diabolik', inserito nella collana ARCHIVIO COMICS,'95) infine giunge il periodo delle monografie su registi famosi(K. Kieslowski ed A. Parker,'96). Dal '97 decide di partecipare a Concorsi Letterari ottenendo due terzi posti nel II Concorso Letterario Nazionale 'Cral Telecom' (sez. Poesia e sez. Narrativa). Come socia del Club degli Autori ha partecipato ad alcuni concorsi indetti dallo stesso ottenendo buoni risultati. E' prevista, a breve, la pubblicazione del suo primo libro, edito dalla Montedit.
 
 
3° classificata al concorso Citta di Melegnano 1998 sez. narrativa
Con questo racconto ha vinto il quarto premio del concorso Club dei poeti sezione narrativa

 

Per leggere la prefazione del libro "Controtempo"
Per leggere alcuni racconti tratti dal libro "Controtempo"

 

 
PROVE DI TEATRO
 
Sul palcoscenico del teatro popolare Emilia riciclava versi presi in prestito, intanto Nico fumava una sigaretta dietro l'altra senza fare troppa attenzione alla cenere dispersa. Lo spettacolo avrebbe avuto luogo tra qualche giorno e gli attori recitavano le loro battute tra l'ansia e l'emozione. Tutto sembrava essere pronto, almeno così diceva Maurizio, ma in Antonio cresceva l'angoscia di ora in ora.
Il soggetto da mettere in scena era difficile: ne era autore lo stesso Maurizio, giovane regista ed uomo acuto: la trama voleva sostanzialmente rappresentare una metafora della vita oltre la morte, basata su dialoghi al confine tra il bene ed il male, per giungere infine alla verità.
Non v'era dubbio che Luca era adatto al ruolo assegnatogli: un ingegnere in carriera strappato alla vita nel fiore degli anni; in realtà l'attore l'aveva scampata più di una volta con la moto, e nelle pause di caffè bollente, raccontava ai compagni, come da copione, le sensazioni ed i ricordi del periodo di coma: rimaneva il fatto che si era risvegliato integro nel cervello anche se la sua donna, la bella Marzia, giurava che poi tanto bene con la testa non fosse mai stato.
Gilda arrivò in ritardo investendo sul palco un paio di inservienti, lanciò il cappotto che finì per scivolare sul tavolo come una tovaglia, e con uno 'Scusate il ritardo' detto per formalità, cominciò a recitare la sua parte senza alcuno sforzo.
Maurizio adorava Gilda e quella sua aria da primadonna, le sue irruenze da e fuori il palcoscenico, ma, soprattutto il suo modo di amare sotto le lenzuola.
 
 
Non riusciva a separarsi dall'immagine di quel corpo sinuoso e caldo che sembrava arrendersi e poi aggredire. Il pensiero delle sue mani maliziose ed esperte, lo faceva impazzire, ma più di tutto amava la sua bocca, dalle labbra carnose e morbide.
Gilda finì la sua battuta, si volse verso di lui arruffando il naso come una gatta: si creò una smorfia ruffiana sul viso, poi sgattaiolò fuori scena dirigendosi verso la toilette.
Luca assaporava le sue ultime battute come se fossero uscite da un fumetto, Nico, accorgendosi di questa spersonalizzazione, lo richiamò all'ordine: Luca gli sorrise benevolo, con un cipiglio di superiorità. 'Il povero Nico che non poteva capire, non poteva sapere...'.
Antonio riuscì a recitare la sua parte senza neanche una pausa, ma lo sforzo lo stremò notevolmente: sentiva che questo lavoro gli stava rubando energie, infatti ad ogni prova era sempre più fiacco, ma gli altri lo rassicuravano che la prima volta era sempre così.
Sarà, pensava, ma intanto si sentiva sempre più debole, come se fosse vittima di un virus e non se ne potesse liberare; non volle diffondere queste sensazioni, gli altri lo avrebbero sicuramente canzonato e questo gli avrebbe fatto ancora più male. Il suo ruolo lo stava inghiottendo: lui era il malato terminale, e sembrava, per davvero, che di giorno in giorno il suo pallore diventasse evidente.
Improvvisamente il vento spalancò una finestra delle quinte, arruffando violentemente le tende in un vortice.
Si fermarono tutti un istante ad osservare il fenomeno: Gilda uscendo dalla toilette rimase imprigionata nella
 
tenda, che avviluppandola le fasciò il corpo. Gilda non si lasciò andare ad isterismi : non chiamò nessuno, restò ad attendere pazientemente che il vento si placasse e sciogliesse la morsa della tenda: così accadde, ma nel buio si sentì stringere alle spalle dalla stretta di Luca, che la baciò sul collo. Lei lo lasciò fare, a dispetto degli altri che avevano ripreso le prove. La voce di Maurizio li richiamò all'ordine, e loro rientrarono in scena, sparpagliandosi indifferentemente tra gli altri.
Emilia non ce la faceva proprio a sostenere la sua parte: doveva essere la compagna di Antonio sulla scena, fuori era stata la sua amante; la storia sembrava essersi conclusa di comune accordo, ma lei aveva mentito per salvare la sua dignità.
Antonio invece era tranquillo: fin dal primo momento in cui irruppe inaspettato, presentato da Maurizio come il nuovo elemento del gruppo teatrale.
Antonio, memore della sua disponibilità aveva ricominciato a scherzare, osando a riprovarci, ma Emilia lo aveva rifiutato. L'uomo però, senza scomporsi, era tornato sui suoi passi come se niente fosse accaduto.
Emilia odiava flirtare con lui sulla scena, perché Antonio cercava, comunque, di baciarla e stringerla ogni volta più forte.
Marzia veniva ad assistere ad ogni prova, cercando di far colpo su Maurizio, di cui era segretamente innamorata, ma percepiva la passione di quest'ultimo per Gilda; tutto ciò non la infastidiva, anzi, restava a spiarli durante le pause, osservava Gilda ammaliarlo con i suoi sorrisi.
Provava stima ed un pizzico di invidia per lei.
 
 
Luca nella storia era l'elemento cattivo, ma anche l'uomo più affascinante e fortunato: a lui toccava il ruolo di latin lover ed Emilia doveva soccombere al suo fascino.
 
Accadde all'improvviso, durante quell'ultima prova.
Fuori copione Luca aggredì la partner, gettandosi sulla donna che lo supplicava di fermarsi: ma Luca, come in trance, le sollevò la gonna scoprendo le sue magre cosce.
Emilia, intanto, si lamentava, piangeva cercando di liberarsi scalciando, ma l'uomo più forte di lei, la teneva immobile. Con una mano sulla bocca le impediva di gridare, mentre con l'altra si introdusse tra le sue gambe: si udì prima lo strappo dei collant poi quello dello slip, un rumore netto di cerniera lampo, poi un gemito. Infine il silenzio. Emilia rimase ad occhi spalancati: lacrime cominciarono a scorrere rigandole il viso.
I presenti rimasero immobili, come se avessero perso il contatto con la realtà: Luca era stato vittima di un raptus. Dopo lo stupro si sollevò frettolosamente il jeans, lasciando in parte fuori la camicia. Intorno a lui, sul palcoscenico, in quei pochi attimi regnò un silenzio di morte: intanto Emilia raccolse brandelli di calze piangendo silenziosamente. Marzia, dal fondo del palco, fu la prima a reagire: si alzò urlando 'Porco, che hai fatto?', poi, gli andò incontro, ma Luca aveva gli occhi fissi nel vuoto, e la superò senza ascoltarla ritirandosi nelle quinte.
Maurizio saltò sul palco, giungendo a lui col sangue agli occhi, lo scosse violentemente, ma fu inutile, Luca non diede segni di ripresa, aveva la bava alla bocca; Maurizio
 
 
 
decise, allora, di seguirlo in camerino.
Sulla scena, intanto erano rimasti Antonio, con un viso incredulo, e Gilda, che biascicò tra sé qualcosa tipo '...una gabbia di matti'. Così parlando, si ravviò con le mani i suoi capelli neri, raccolse il cappotto e si incamminò verso l'uscita. Ma il braccio di Nico l'afferrò bloccandola 'Dove vai?' - le chiese - 'A respirare - rispose senza batter ciglio, poi liberatasi della stretta, dopo qualche passo, si volse e gli chiese &endash; vieni via anche tu?'.
Nico annuì e si avviarono insieme verso l'uscita sul fondo. Erano trascorsi pochi secondi da quando si era chiusa la porta del teatro alle loro spalle, che echeggiò un colpo di rivoltella per tutto il teatro: partì dal camerino di sinistra, giunse fino al proscenio, attraversò il palcoscenico, risalendo su lungo le cordature delle scene, poi riuscì dalla destra andandosi a schiantare contro la porta del deposito. Tutto in pochi istanti, poi l'urlo sospetto di Antonio riempì tutto lo spazio del teatro vuoto, andò oltre, fuori, e raggiunse i fuggitivi in auto. Nico e Gilda si guardarono, provando un forte peso al petto: scesero simultaneamente dall'auto e corsero nuovamente in teatro.
Lì, intanto, si stava svolgendo l'ultimo atto della tragedia. Gilda e Nico non avrebbero potuto dare soccorso, responsabili in parte, pupazzi vigliacchi, del loro menefreghismo. Maurizio stava rientrando in scena: era sconvolto e disperato, si era distratto solo un istante &endash; disse - quello fatale, e così dicendo depose il corpo di Luca sul palcoscenico.
 
 
Antonio pianse, si accasciò e cominciò a dondolarsi: piangendo riuscì a calmarsi e in quella nuova lucidità acquisita disegnò un sorriso ebete sul volto.
Emilia osservò il suo repentino cambiamento: sembrava che in lui la sofferenza e la gioia avessero la stessa espressione e non comprese: certamente non riconobbe in Antonio l'uomo che aveva amato. Per questo non gli chiese nemmeno di soccorrerla.
Maurizio intanto si disperava, allora gli si avvicinò Marzia, rimasta fino ad allora pazientemente nell'ombra; lo abbracciò avvolgendolo di calore, cominciò a coprirlo di carezze, giocando con le dita tra i suoi capelli; lo baciò, delicatamente sulla fronte, poi sulla guancia. Maurizio sentì un rinnovato tepore salirgli in viso, ancora un altro bacio più vicino alla bocca, che lo solleticò; infine le loro labbra si sfiorarono, quelle di lei si aprirono, le sue cedettero benevole. Quel bacio nato consolatorio, assunse un significato diverso: i due si lasciarono andare ad un abbraccio complice che li isolò dalle poche anime presenti in teatro.
Antonio osservò le due figure estraniarsi, se ne rallegrò, e cercò in Emilia un simile sguardo d'intesa: ma venne deluso, allora chinò il capo e si avviò mestamente nel camerino.
Gilda spiando la scena si era eccitata, e nascosta dal buio della platea si lasciò prendere da Nico, che la spinse contro il muro, baciandola e toccandola con passione repressa.
 
Emilia sembrò essere l'unica a restare con i piedi per terra: afferrò la cornetta del telefono invocando un'ambulanza, poi stremata per le troppe e rapide emozioni vissute si accasciò sull'unica sedia in scena e restò lì, immobile, fino al momento in cui le sirene la riportarono alla realtà.
 
 
PER COMUNICARE CON L'AUTORE spedite alla nostra Email: info@club.it e noi provvederemo a inotragli il messaggio.Non dimenticate di indicare il nome del destinatario.
Non chiedeteci indirizzi dei soci: per disposizione di legge non possiamo darli.
 
©2000 Il club degli autori, Simona Vassetti.
Per comunicare con il Club degli autori: info@club.it
Se hai un inedito da pubblicare rivolgiti con fiducia a Montedit
 

IL SERVER PIÚ UTILE PER POETI E SCRITTORI ESORDIENTI ED EMERGENTI
Home club | Bandi concorsi (elenco dei mesi) | I Concorsi del Club | Risultati di concorsi |Poeti e scrittori (elenco generale degli autori presenti sul web) | Consigli editoriali | Indice server | Antologia dei Poeti contemporanei | Scrittori | Racconti | Arts club | Photo Club | InternetBookShop |

agg. 19 maggio 2000