- Nata a Venezia nel
1955, laureata in psicologia, Fiorella Borin si
è dedicata per un breve periodo
all'insegnamento di scienze umane e storia negli
istituti superiori. Ha collaborato con
l'Università di Padova come cultrice della
materia; in seguito ha maturato qualche esperienza in
seno a piccole case editrici e nelle redazioni di
riviste letterarie.
- Ha conseguito una
novantina di primi premi in concorsi letterari
nazionali e internazionali.
- Circa duecento suoi
piccoli lavori di narrativa, poesia e saggistica sono
presenti in antologie, riviste e quotidiani; il
racconto La tela di Penelope è uscito sul
mensile Vera (settembre 1995) commentato dallo
scrittore Alberto Bevilacqua.
Ha pubblicato due raccolte di racconti, La donna
velata e altre storie (Firenze, 1991) e La Signora del
Tempio Nascosto (Alberto Perdisa ed., Bologna 2003 -
quale 1° Premio Arcangela Todaro Faranda 2003,
sez. Racconti inediti); il racconto storico-fantastico
Il bosco dell'unicorno (Tabula Fati ed., Chieti 2004 -
quale 2° Premio Tabula Fati 2003); i brevi
romanzi storici La sciarpa azzurra (Edizioni Era
Nuova, Perugia 2005 - quale 1° premio Il racconto
del nonno 2005) e La congiura degli Olderichi
(Edizioni Cofine, Roma 2007 - quale 1° Premio
Vico del Gargano 2007); il racconto storico Il pittore
merdazzèr (Tabula Fati ed., Chieti 2007, quale
2° premio Tabula Fati 2006).
- Con la Montedit ha
pubblicato nel 1996 il racconto Fotoromanzo (quale
5° premio Marguerite Yourcenar 1994); il romanzo
breve Le putine del Canal Gorzone (quale 2°
Premio Filippo Ivaldi 2002) e il breve romanzo storico
Mir i dobro (quale 1° Premio Filippo Ivaldi
2003).
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- Clicca qui per
leggere l'introduzione e l'Incipit di "Le
putine del Canal Gorzone"
Questo
è il libro che le è stato pubblicato
quale 1° premio del concorso Città di
Melegnano
- Fiorella Borin nel
mese di novembre 2007 ha pubblciato con Montedit
"Lo
scrivano"
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) - 12x17 -
pp. 64 - Euro 7,00 - ISBN 978-88-6037-4240
Pubblicazione realizzata quale 1° premio del
concorso letterario "Filippo Ivaldi" 2006.
- Fiorella Borin nel
mese di marzo 2005 ha pubblciato con Montedit
"Mir
i dobro" -
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) - 12x17 -
pp. 60 - Euro 6,70 - ISBN 88-8356-789-7 quale Opera 1a
classificata nel concorso Letterario «F. Ivaldi
2003» indetto dal comune di Gadesco Pieve Delmona
(Cr)
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-
Marzo. Le nove di sera.
- Marzo, le nove di
sera e il telefono suona.
- Marzo, le nove di
sera, il telefono suona e non c'è proprio
nient'altro, nient'altro da fare che non sia stringere
quella cornetta con entrambe le mani e parlare,
parlare, parlare
-
- Irene
-
- «Ah, sei tu,
Manuela. Ma no che non disturbi
stavo guardando
la televisione, un po' svogliatamente, in compagnia
d'un sacchetto di mentine. Tutto regolare, come sempre
tutto senza storia.
- Dimmi di te: ce
l'hai il ragazzo, adesso? No? Allora anche tu sai la
nausea delle serate pigre sul divano, ad aspettare un
miracolo &endash; che ne so: una telefonata, due
squilli al campanello &endash; un miracolo dicevo, che
non arriva mai.
- Perché
t'interessa sapere del «mio» Antonio? Ah, te
ne avevo parlato io, due settimane fa. Hai buona
memoria per i nomi, brava.
- Ma sì,
è finita. O meglio: non è neanche
cominciata. Uno spiantato, credimi Manuela. E quegli
orari, poi! Come? Non te l'avevo detto che faceva il
giornalista? No? Eppure, mi pareva
Lui sta nella
redazione di uno di quei giornali noiosissimi e
impegnati: arte e politica e un sacco di
letteratura
per farla breve, mi credi se ti dico
che io quel giornale non lo leggerei nemmeno se mi
offrissero un milione?
- Però, per un
milione, forse
mi verrebbe fuori giusto quel
tailleur color rosso cardinale
sì,
proprio quello nella vetrina di Marisa Vip
Te
l'ho già detto che è finita. Ci siamo
visti stamattina, in un bar del centro; il tempo di un
caffè. Lui mi guardava e non diceva niente; ma
ha sempre parlato poco, così poco che io la sua
voce non me la ricordo più. Io mi ero messa il
cappotto nuovo, quello con la pelliccia di marmotta.
Tu credi che mi abbia fatto un complimento? Non
l'avrà neanche notato. Lui certe cose non le
guarda mai: ha sempre la fronte piena di rughe e di
pensieri; e poi non ride, credimi Manuela, quello
è un uomo che non sa dove stia di casa
l'allegria.
- Un giorno ha
parlato dieci minuti di fila sull'impegno civile.
Metteva dentro ai suoi discorsi parole grosse, tipo
coraggio e responsabilità; io faticavo a
trattenere gli sbadigli. L'ho interrotto, gli ho
chiesto di portarmi al cinema; lui ha risposto che non
ce n'era il tempo, perché lo aspettavano al
giornale.
- Ci sono andata da
sola, al cinema: un bel film, d'avventura e d'amore,
tu lo sai quanto mi piace Indiana Jones. Anche a te? E
allora ci verresti all'Odeon insieme a me, domani
pomeriggio?
- Perché vuoi
sapere ancora del «mio» Antonio? Mi prendi
in giro! Io, sposarmi con uno come quello?
- Ma dai, parliamo
d'altro.
- Uffa, ancora con
questo Antonio. E non dirmi che tu lo vorresti, un
uomo come lui.
- Che cosa hai detto?
Che cosa hai detto?»....
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