Risultati
di concorsi
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- VI
Edizione Premio di
Poesia
COMUNE
DI CANDIA LOMELLINA
-
-
- La Giuria della sesta
edizione del Premio di Poesia Comune di Candia
Lomellina composta da Carmen Bortolas, poetessa e
sindaco del Comune di Candia Lomellina; prof. Giuseppe
Castelli, pres. della Biblioteca Com. di Candia Lom.;
Candida Lugani consulente; Umberto De Agostino,
pubblicista e segretario del concorso, dopo attenta
valutazione dei testi pervenuti ha stilato la seguente
classifica finale:
-
Opera 1° classificata: "L'approdo"
di Claudia Modena
Burattin,
Mizzale (VR). Vince Euro 520,00 - Targa del Comune di
Candia Lomellina - Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui le verranno assegnate 100 copie gratuite -
Attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su Internet www.club.it.
-
- Opera 2°
classificata: "Arrivederci
nonna" di
Anna
Mantovani,
Candia Lomellina (PV). Vince Targa del Comune di Candia
Lomellina - Pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di
cui le verranno assegnate 50 copie gratuite - Attestato -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet www.club.it.
-
- Opera 3°
classificata: "La
vita appena" di
Liliana
Zinetti,
Casazza (BG). Vince Targa del Comune di Candia Lomellina
- Pubblicazione di un quaderno autocopertinato di 16
pagine di cui le verranno assegnate 50 copie gratuite -
Attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su Internet
www.club.it.
-
- Opera 4°
classificata: "Attimi"
di
Sonia
Polacci,
Cinquale (MS)
- Opera 5°
classificata: "Adesso
che il loro cammino"
di Loriana
Capecchi,
Quarrata (PT)
- Opera 6°
classificata: "Ritorno"
di Chiara Loseri
Chiereghin,
Conzano (AL) (TP)
- Opera 7°
classificata: "Lomellina...
galeotta" di
Luciano
Rossi,
Brugherio (MI)
- Opera 8°
classificata: "Padre"
di Federico
Nardi,
Martinsicuro (TE)
- Opera 9°
classificata: "L'attesa"
di Rosella
Valbonesi,
Forlì
- Opera 10°
classificata: "Brillavano
le luci" di
Filippo
Finardi,
Bologna
-
-
- Dal 4° al
10° classificati vincono Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
-
- Opere segnalate dalla Giuria
con Attestato di merito:
-
-
- "In gabbia" di
Marta
Pugno, Robbio
(PV)
- "Angelo custode" di
Maria Elena
Bressani,
Candia Lomellina (PV)
- "L'albero della vita"
di Adriano
Scandalitta,
Mortara (PV)
- "Sonata al chiaro di
luna" di Andrea
Manara, Parona
(PV)
- "Fenicotteri" di
Albertina Della
Maddalena,
Ardenna (SO)
- "Braci di cieco" di
Raimondo
Rocchetti,
Biella
- "Le tue mani" di
Elisa
Ferrari,
Castelnuovo Rangone (MO)
- "Centro commerciale"
di Sergio
Trapani, Enna
Bassa (EN)
- "Presto" di
Rossella
Gagliardi, S.
Giuliano Terme (PI)
- "Della mia terra un
pugno" di Franco
Fiorini, S.
Angelo in Villa (FR)
-
- PREMIAZIONE
- La premiazione si svolgerà il giorno 20
settembre 2003 presso l'aula polifunzionale delle Scuole
elementari a Candia Lomellina (PV). Tutti i premiati
riceveranno l'invito a mezzo posta. Per informazioni
Comune di Candia Lomellina 038474003.
- Tutti i partecipanti
riceveranno una copia della rivista Il Club degli
autori con i risultati del concorso.
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-
- Claudia
Modena Burattin
opera 1° classificata
-
- L'approdo
-
- Il dolore ha rotto gli
argini
- e il vento dell'anima
spinge le vele.
-
- Non so se sono Ulisse
oppur Penelope...
-
- Sconosciuto mi
è l'approdo
- e quando vi
giungerò,
-
- ma non sono
più,
- prigioniera di un
sogno.
|
-
- Anna
Mantovani
opera 2°
classificata
-
- Arrivederci
nonna
-
- Quante volte
ho sospirato
- Sentendoti
raccontare cose dei tuoi tempi
- Già
sentite mille volte
-
- Quante volte
ho sbuffato
- Perché
dovevo fare delle cose per te
- Ed ero
stanca
-
- Da un
po'
- Non parlavi
più
- Non chiedevi
più
-
- Solo i tuoi
occhi a farci capire
- Quanto eri
stanca del dolore
- Ma il tuo
sorriso era sempre lì
-
- Ora che non ci
sei più
- E vorrei
ancora sentire i tuoi racconti
- Guardo in
cielo
-
- Là, mi
sembra di vedere ancora
- I tuoi occhi
azzurri
- Non più
tristi e stanchi
- Ma sereni e
pieni di luce
-
- Arrivederci
nonna
|
-
- Liliana
Zinetti
opera 3° classificata
-
- La vita,
appena
A
Francesca, Silvia e Daniele
-
- Io ho sbancato la
vita, figlio,
- ma non ti lascio
possedimenti
- o conti in banca a
più zeri.
- Ti lascio le
parole,
- parole come stelle
alpine
- parole come
aquiloni.
- E non so spiegarti la
vita,
- la vita che è
schianto e volo,
- soffio di un Dio
inscrutabile.
- So solo che conoscerai
il dolore
- e ti morderà a
volte feroce,
- e la malinconia,
grigia come
- un impalpabile velo di
nebbia
- e il lago immoto della
noia.
- Conoscerai la
solitudine,
- sempre pronta a farti
compagnia
- e l'incertezza e lo
sconforto.
- Conoscerai
l'arroganza
- di chi ha le tasche
gonfie
- e un cuore da
predatore,
- e la presunzione e
l'egoismo
- e l'indifferenza e la
viltà.
- Io ti lascio la
trasparenza del cielo
- e i sogni stretti tra
le dita
- e l'amore e la
tenerezza
- e i colori
dell'alba
- e la passione e il
canto
- e la luce delle
stelle.
- Ti lascio la vita,
figlio,/abbine cura.
- Ti lascio la
vita:
- la vita
innamorata
- la vita
insensata
- la vita che piange e
che ride
- la vita
tormentata
- la vita
appassionata
- - la vita, nonostante
tutto, stupenda.
-
|
-
- Sonia
Polacci
opera 4° classificata
-
- Attimi
-
- Sapevo che dopo
l'amore dei nostri corpi nudi,
- al buio avrei
cercato le tue labbra tumide
- e,
- in quel preciso
istante,
- proprio come il
cielo nero segue da vicino la scia della stella
cadente,
- anche i miei
più umani, egoisti e fragili
pensieri,
- sono scomparsi
nelle tenebre più fitte.
-
|
-
- Loriana
Capecchi
opera 5° classificata
-
- Adesso che il loro
cammino
-
- Adesso che il loro
cammino
- non getta più
ombra
- per strade di polvere
bianca
- io cerco a ritroso
del tempo
- ricordi di gesti e di
volti.
- E quasi
d'incanto
- si scioglie in carezza
e dilegua
- l'ultimo sguardo
schivo di mio padre
- avvezzo alla terra e
al silenzio
- che terge il sudore
alla fonte
- posando sul muro il
cappello di paglia.
- Fiorisce un
sorriso:
- mia madre in
disparte
- discreta
presenza
- che attende alla
cena
- e canta.
- Canta mia madre
soffiando sul fuoco
- sospiri e
speranze.
- E cantano deposte le
stoviglie
- sulla tovaglia bianca
di bucato.
- Riverberi di fiamma
alle pareti.
- File di santi e foto
alla credenza.
- Vento di cielo fermo
alla finestra
- quando per me
sarà l'ultimo giorno
- nella cucina
vecchia di memorie
- /strada di luna scesa
alla mia porta/.
- Mi sosterrà la
mano di mio padre
- ed i capelli candidi
di mamma
- si scioglieranno
serici in abbraccio
- dolcemente avvolgenti
al lungo viaggio.
|
-
- Chiara
Losèri Chiereghin
opera 6° classificata
-
- Ritorno
-
- Raggiungo il
molo
- con ali di
bimba
- e gioia di
passi
- attenti nell'antico
gioco
- di saltare le
righe
- tra le
pietre.
-
- Cammino nel
vento
- tra spruzzi di
mare,
- sale di
lacrime
- sulla gioia del
ritorno,
- pausa di un volontario
esilio
- dietro un
amore
- che mi colora i
giorni.
-
- Ancora ti
respiro
- aspra mia
terra
- così dolce al
cuore
- e tutta ti
raccolgo
- nello
sguardo
- per vestirmi di
te.
- Ecco laggiù la
piazza
- con dietro la
collina.
- Tra le case
aggruppate
- una mi
chiama...
-
- No. Da te non
salirò
- dolcissimo
nido
- della mia
infanzia,
- vuoto dei cari
affetti
- e non più
mio.
- Me ne starò
seduta
- sulla lucida bitta del
molo
- in compagnia del mare
e della bora,
- a ricordare...
|
-
- Luciano
Rossi
opera 7° classificata
-
Lomellina...
Galeotta
Pensoso
ricalco quel bianco cammino
di
strada quieta in Lomellina,
segnata
dai verdi foggi slanciati.
Tra
gelsi ronzanti di api operose,
cammino
tranquillo, nell'aria dorata,
tra
campi deserti, di stoppie seccate.
Ricordo,
Anna, il tuo dolce sorriso,
quel
passo frusciante, bianco nel bianco,
quell'umore
di luce, quell'anima d'aria,
quei
passi silenti in corsia dolente
di muto
ospedale...
Ora
lascio Rosasco e proseguo nel sole.
Appare,
alla curva, Langosco dormiente;
un
latrare di cani risveglia le case,
sbatte
un'imposta, un gallo s'infuria.
Solo,
si sente il battito lieve
d'un
lontano motore...
Giunge
dai campi, oltre il fossato
di
zitta corrente, la scampanare
dei
giorni vivaci di festa campestre.
Mi
specchio nell'acqua. Un canto si leva.
Il
sibilo acuto d'un treno nascosto
lacera
l'aria che sale vibrante
dal
calor della fertile terra.
Dense,
lontane, gonfie d'umore,
come
comari, le nubi
osservan
le donne avviate
al
sagrato affollato... Candia m'appare.
Nel
giorno incendiato da un sole che annuncia
un
giorno d'estate, ripenso alla vita:
la
fatica del crescere, il timor degli
slanci,
tutto
ciò che vorrei aver fatto e non
feci.
Attiva
è una voce in incerto bilancio:
l'aver
scelto di fare il cammino con Te.
...Se
la scelta fu mia!
|
-
- Federico
Nardi
opera 8°
classificata.
-
- Padre
-
- Gracile
ramo
- In un albero ormai
secco
- Così mi
lasciasti. Oh padre!
- Prostrato al
vento
- Alle avversità,
tra mille intemperie
- Alla calamità
dell'uomo.
- Stagione, dopo
stagione,
- Foglia, ramoscello,
arbusto
- Ora quercia
rugosa
- Temprato, saldo e
vigoroso
- La tua pulita
immagine
- È scivolata via
dalla mente.
- Di tanto in tanto,
guarda una fotografia
- Me la imprimo, voglio
rammentarti
- Uomo mite, bello,
forte e coraggioso.
- Eppure carattere e
muscoli
- Non ti son bastati,
purtroppo,
- A fermare quel grosso
grumo rosso
- Che tappò quel
caldo cuore in un mattino.
- Energicamente tu
lottasti, Padre,
- Io lo so, lo sento,
non volevi
- Lasciare soli noi,
teneri pulcini,
- E la mamma, già
tanto provata
- Giovane giovenca, che
tu ghiotto rubasti!
- A te, grande amatore,
non assomiglio
- Però io voglio
dirti che hai nipoti
- Il primo della stirpe
ti tiene in mente
- Poiché il tuo
caro porta addosso
- Non so perché
l'ho fatto, l'ho sentito...
- Ora ti prego che sei
in Cielo
- Abbraccia forte tu le
mie sorelle
- Anch'esse come te
più non distinguo
- Ero assai piccolo.
Ricordi padre?
- Avevo tre anni e
qualche mese appena
- E l'altro tuo figliolo
era appeso al seno!!
|
-
- Rosella
Valbonesi
opera 9° classificata
-
- L'attesa
-
- Vola la
rondine
- e svolazza la
cornacchia
- in questo cielo
immoto,
- orfano di
stagioni,
- e sono
qui,
- fra giullari e
mercanti,
- ad
attendere
- un tempo senza
promesse
- e senza
inganni,
- dimensione d'un
immaginario
- dai contorni
liquefatti
- nella nebbia del
pianto.
|
-
- Filippo
Finardi
opera 10° classificata
-
- Brillavano le
lucciole
-
- Era giugno brillavano
le lucciole
- camminavamo ogni sera
lungo il sentiero
- che costeggiava la
casa dove due sorelle
- sedevano davanti la
porta nel cortile
- a lavorar di ferro per
maglioni d'inverno
- gli zampironi accesi a
scacciar zanzare
- ridendo di noi che
filavamo più volte
- su e giù per lo
stradone finché
- veniva scuro e restava
solo di tornare
- a casa nel buio rotto
dalla luna
- fra l'odore dei tigli
lungo i prati.
- Poi veniva l'autunno e
gialle le foglie
- faceva freddo e le
sorelle restavano
- nella stanza con
l'acetilene a raccontarsi
- storie e forse sogni e
noi fuori
- a crogiolarci in
discorsi e organizzare
- incontri la Domenica a
messa.
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