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         di concorsi | 
   
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            VIII
            Edizione Premio di PoesiaFRANCESCO
            MOROCOMUNE DI SARTIRANA LOMELLINA
            2005
            
            
La Giuria dell'ottava
            edizione del Premio Nazionale di Poesia Francesco Moro -
            Comune di Sartirana Lomellina 2005, Organizzato dalla
            Biblioteca Comunale di Sartirana Lomellina (PV) con il
            patrocinio del Comune di Sartirana Lomellina e della
            Provincia di Pavia e con la collaborazione tecnica
            dell'Associazione Culturale Il Club degli autori,
            composta da: Giancarlo Berton, Sindaco del Comune di
            Sartirana Lom., prof. Luisa Denari; prof. Giuseppe
            Castelli; Severino Di Candia, scrittore, Felice
            Martinotti, esperto di poesia dialettale, Paola
            Camussoni, Assessore alla Cultura e ai Servizi Sociali
            del comune di Sartirana, Umberto De Agostino, Giornalista
            Pubblicista.Dopo attenta
            valutazione delle opere pervenute ha stilato la seguente
            classifica: Opera 1^ classificata
            «Figlio»
            di Claudio Bellini, Valenza (AL). Vince Euro
            150,00 - Targa del Comune di Sartirana - Pubblicazione di
            un libro di 32 pagine di cui verranno assegnate 100 copie
            gratuite - Attestato - Pubblicazione del testo premiato
            sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su
            Internet www.club.it
            
            
 Opera 2^
            classificata
            «Quando teneramente guardo il
            cielo» di
            Maria Rosa Gelli, Arezzo. Vince Euro 100,00 -
            Targa del Comune di Sartirana - Pubblicazione di un
            quaderno di 16 pagine con copertina di cui verranno
            assegnate 50 copie gratuite - Attestato - Pubblicazione
            del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori -
            Pubblicazione su Internet www.club.it
            
            
 Opera 3^ classificata
            «Fragranze»
            di Paola Dallardi, Cremona. Vince Euro 50,00 -
            Targa del Comune di Sartirana - Pubblicazione di un
            quaderno di 16 pagine autocopertinato di cui verranno
            assegnate 50 copie gratuite - Attestato - Pubblicazione
            del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori -
            Pubblicazione su Internet www.club.it
            
            
 Vincono Attestato di
            merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista
            Il Club degli autori - Pubblicazione del testo su
            Internet www.club.it, i seguenti autori: Opera 4^ classificata
            «Lamento
            per F. Garcia
            Lorca» di
            Franco Facchinetti, Milano Opera 5^ classificata
            «Se
            un bacio di sole
            potesse»
            di Adriana Scarpa, Treviso Opera 6^ classificata
            «Mangiafuoco
            a Beslan»
            di Anna Calossi, Siena Opera 7^ classificata
            «Musica»
            di Rita Claudia Scordino, Vigevano
            (PV) Opera 8^ classificata
            «Mi
            chiamavano col tuo
            nome» di
            Daniela Olivieri, Riva Trigoso (GE) Opera 9^ classificata
            «Sii
            te stesso»
            di Antonio Agnesi, Paullo (MI) Opera 10^ classificata
            «Giorni»
            di Vittorio Renzelli, Reggio Calabria 
            
            
  Opere Segnalate dalla
            Giuria con Attestato di merito:  «Tsunami» di
            Francesca Genzano, Potenza «Noi» di
            Carla Tedde, Quattro Castella (RE) «Occhi di
            luce» di Giampaolo Merciai, San Marcello
            Pistoiese (PT) «Vecchio»
            di Rina Ravera, Voghera (PV) «Foglie
            gialle» di Nunzia Ragonesi, Acireale
            (CT)
            
            
  Sezione
            Poesia in vernacolo pavese: Opera 1^ classificata
            ex aequo «L'amur
            par nà
            mundina»
            di Alba Silva, Robbio Lomellina (PV).  Opera 1^ classificata
            ex aequo «Al
            supermarcà»
            di Rina Ravera, Voghera (PV) Le autrici vincono dei
            Prodotti tipici locali - Attestato di merito -
            Pubblicazione dell'opera premiata sulla rivista Il Club
            degli autori e sul sito Internet www.club.it.
            
            
PREMIAZIONE
            - La premiazione si terrà domenica 17 lugliio
            presso la Pila del Castello di Sartirana Lomellina
            (PV).Tutti i partecipanti
            riceveranno una copia della rivista Il Club degli autori
            con i risultati del concorso.
            
            
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            CLAUDIO
            BELLINI
 Opera 1a
            classificata Figlio Figlio che
            nascicon il destino
            già deciso.sceglieremo
            per te ad ogni scandire di minuto,sarai medico,
            stilista, avvocato,e mai semplice
            uomo liberoche non svende
            la dignitàdelle proprie
            idee. Figlio che
            crescidentro una
            realtà di plasticache impedisce
            ai pensieri di respirare,figlio
            d'arcobaleni spezzatiprigioniero
            d'un tempoche scivola
            sulla pellecome una lama
            di rasoio. Figlio che
            vivigiorni dipinti
            di sangue,il tempo
            è falce dei sognima tu guarda
            sempreoltre la siepe
            dell'indifferenza,cerca
            nell'impossibileun raggio di
            luce per l'anima. Abbracciami
            forte figlioguarda
            l'immensità delle stellee non avere
            timore,il giudizio
            delle persone crudeliè solo
            nebbia nel vento. Accarezzami
            ancora figlio,perché
            domani io non ci sarò,ma tu non
            avere pauraa mostrare le
            lacrime,perché
            solo chi è forte dentronon teme un
            gesto d'amore.   | 
   
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            MARIA
            ROSA GELLI
 Opera 2a
            classificata Quando teneramente
            guardo il cielo Avevo
            già baciato quando ti
            incontraieppure mi
            sembrò di non avere mai incontrato labbra
            d'uomo.Tra le tue
            braccia scoprì il linguaggio
            dell'amoretra gli
            sguardi su un mondo d'intese,tra gli
            abbracci che addolciscono e
            rapiscono.Ci rincorremmo
            per le lunghe estatiprendendoci e
            lasciandoci nel giro di un tramontosulle spiagge
            mediterranee e sulle cime innevatein
            città nebbiose, solari, sconosciute,
            notesempre
            aspirando a quel qualcosa che sentimmo
            subitoche ci avrebbe
            resi troppo felici per non lottare.Lasciando i
            nostri sogni di tardivi adolescentientrammo nella
            vita.Ci guardammo
            negli occhi, felici.Pochi
            istanti.Poi la vita fu
            crudele.Lottammo
            insiemee il nostro
            amore non fu solo passione.Fu vita contro
            la mortefu coraggio,
            incoscienza e ancora
            felicità.Fu forza, la
            forza della farfallache vive un
            solo giorno,la forza
            dell'albero che colpito dal fulminesvetta ancora
            sereno sulla cima,la forza di un
            vita senza più futuroche credeva
            nel domani.Te ne andasti,
            silenziosamente, in un giorno
            d'ottobrequando le
            foglie si tingono di rosso...E continuo a
            camminare sulle tue stradee continuo a
            nutrirmi del tuo amoree continuo a
            sognare il tuo sorrisoquando
            teneramente guardo il cielo. | 
   
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            PAOLA
            DALLARDI
 Opera 3a
            classificata Fragranze A
            voltequando il
            profumodi camomilla
            s'unisceal sentore di
            fragolami passano
            nella mentecome ombre
            sull'acquamomenti
            d'allorainafferrabili
            e lontaniEppure
            così vivipreziosie mi cullo di
            loromi vesto del
            ricordoe ritorno
            lestasui miei
            passiche ho
            lasciato sul tappetodel
            tempoin cerca di
            ormeche
            ormainon esistono
            più | 
   
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            FRANCESCO
            FACCHINETTI
 Opera 4a
            classificata Lamento per Federico
            Garçia Lorca Portarono
            all'albaun bianco
            gelsominoalla fonte
            delle lacrimeOffrirono
            nappi di schermoalla fonte
            delle lacrime.Poi latrarono
            i canialla fonte
            delle lacrime.La terra
            gemette con occhi di vetroalla fonte
            delle lacrime.I denti della
            mortestrapparono
            angosce e tormentialla fonte
            delle lacrimeL'intolleranza
            troncò il sentimentoalla fonte
            delle lacrimeTutto fu
            ghiaccioalla fonte
            delle lacrime. Non protese le
            manil'immemore
            Granadaalla fonte
            delle lacrime.Cancellarono
            il lampo,il fuoco e
            l'istinto,alla fonte
            delle lacrime.Ti seguirono
            in cielocarole e
            chitarrealla fonte
            delle lacrime. Il mio cuore
            s'è fermatoalla fonte
            delle lacrimeAh, quel
            pianto d'ulivialla fonte
            delle lacrime!Aperto
            lasciate il balconealla fonte
            delle lacrime! | 
   
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            ADRIANA
            SCARPA
 Opera 5a
            classificata Se un bacio di sole
            potesse Si destano i
            coppi per primilambiti dal
            sole radentepoi si
            accendono torri e abbaini.il mattino ora
            sparge colorilungo sponde
            di pigri canalie ridesta
            memorie affrescatesull'incanto
            rosato dei murisullo
            scintillio di vetrate. Ai tronchi si
            avvolge una sciarpadi luce,
            abbraccia le fronde,spazza via
            dalle case le ultimeombre, schiude
            gli usci. E l'animacorre a
            tuffarsi gioiosanelle strade
            ancora deserte,dà la
            sveglia ai gorgheggi tra i rami,alle voci,
            agli scoppi di risa. Se un bacio di
            sole potesseallo stesso
            modo destareil mio corpo
            stanco, all'alleviareil peso dei
            giorni feriti.Ma non sono io
            la cittàe nemmeno la
            bella che dormee un principe
            viene a svegliarla. Però
            posso inventarmifolata di
            vento, vestirmi di solee tutto il
            mondo allora mi
            appartiene. Oltre muretti
            di lucestraripano
            gelsomini profumatie divento una
            farfalla che si inebria. | 
   
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            ANNA CALOSSI
 Opera 6a
            classificata Mangiafuoco a
            "Beslan" C'era un
            avoltail tempo delle
            meravigliesbocciato
            nell'azzurro dell'infanzia.C'erano le
            maestrecustodi del
            nostro cammino;un equilibrio
            di parolesgorgava dagli
            acquarelli nuovi.Fra i banchi
            della fantasiacorreva
            l'innocenzasui dondoli in
            cortile si adagiavaaprendo le sue
            ali al raggio della vita.Ma dove la
            morte volasta la civetta
            sui rami del presagioa guardar
            l'orrore,con le pupille
            oziose fissa la vitache lentamente
            fra i libri e la purezza si
            disperde.Brividi
            disciolti fra i rigurgiti amarie lacrime di
            sale penetrano nelle ossa:l'umidità
            come la nebbiacome l'acqua
            l'urina.Punge la
            pellecaduta come
            selvaggina fra le spine,muoiono le
            fiabee le farfalle
            come da fiore in fioresu grappoli di
            fuoco.L'inferno
            è del puparo che di defunti si
            circonda.Nel tempo di
            sognare un libro mai aperto muore.Cerca "Maria"
            un sepolcroe sotto a
            quelle crociciondolano ora
            le madri.Cadono in
            volole grida dei
            bambinicome aquiloni
            uccisinel vento del
            perché. | 
   
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            RITA CLAUDIA
            SCORDINO
 Opera 7a
            classificata Musica Canto a
            te,che accompagni
            l'animacome
            nessuno.I momenti di
            gioia,la
            solitudine,la
            serenità,la
            malinconia...Il tuo
            ritmouguale i
            diversoviaggia
            paralleloalle
            emozioniche la vita
            cui regala.Anche
            quandoti
            sentiamosenza
            ascoltarti...anche
            quandosei il
            ricordodi
            qualcosache vorrei
            rinnegare.Anche se il
            tuo suonomi
            conducea chi è
            ormaitroppo
            lontano.Anche se il
            tuo ritmoè un
            susseguirsidi
            notee di
            immagininate da altri
            cuori,per altri
            percorsidi
            vitacarichi di
            umanità. | 
   
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DANILA
            OLIVIERI Opera 8a
            classificata Mi chiamavano col tuo
            nome Stamane il
            rigoglio dei nostri cliviha brume lievi
            e la memoriadei passi ha
            incontrato sui sentieriscalzi -roridi
            d'infanzia- i perdutiincanti del
            semplice viveretra vigne e
            zolle d'orti.Nutrita
            d'armonia e cullatanel sicuro
            grembo del boscostruggenti
            resine respiro....E tu sei
            ancora lì-così
            radiosa nel ricordo-sussurro di
            brezza tra i rami,luce di linfa
            viva e fortenelle turgide
            fogliedel castagno
            più grande...Lo so -madre-
            ho tardato a venire,a lungo ho
            celato la tenaciadi vita
            abbarbicata nelle rupidella mia
            terra erta sul mare,nei bui
            anfratti del cuore.L'aspra salita
            d'essereha sofferto
            vertiginiaggrappate a
            catenee gli
            orizzonti lividi dei gironiconvinti erano
            d'affondarein voragini
            del profondo.Sulla mia
            scorza oggi le stimmatedi sfinite
            cadute,ma ruscella
            negli occhi l'impetodelle presenze
            nuovee in me sempre
            più ti respiro, madre.Sempre
            più ti somiglioStamane -sai-
            le allodoleintessevano
            voli verticalie tremule
            trame di cielomi chiamavano
            col tuo nome.
            
            
                     
                  
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            ANTONIO
            AGNESI
 Opera 9a
            classificata Sii te
            stesso Sii te
            stessorifiuta i
            luoghi comunisnobba quanto
            imposto dalle modenon accettare
            che altri pensino per teribellati alle
            false necessitàsmetti di
            maledire l'intero universosenza sapere
            perché. Da peso ai
            valori veririfletti su
            quello che ti circondapersegui
            ciò in cui credisorridi al
            prossimo. Sii te
            stessovivi le tue
            emozionialza lo
            sguardo eguardandoti
            allo specchioti scoprirai
            felicedi vedere chi
            veramente sei. | 
   
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VITTORIO
            RENZELLI Opera 10a
            classificata Giorni Stereotipate
            preghierestereotipate
            speranzecome barboni
            all'elemosinarincorriamo la
            vita;Come cani
            latrantinella
            pietà delle nostreaffamate
            richieste. | 
   
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ALBA
            SILVA Opera 1a classificata
            ex aequo Sezione vernacolo
            pavese L'amur par nà
            mundinna A l'eva l'an
            dal 1958;una
            matinnaquand al su
            spuntava,mi i
            caminavapar na
            strà ad campagnad'un paisin
            d'là LumlinnaE m'ho
            farmà guardàuna squadra ad
            mundinniche ieran
            già ans'al lavur an mès ad n'a
            risera.C'à
            m'ha cùlpì pusèl'a stai ma
            mundinnagiuna e
            picninna,che an
            mès dal camp
            tut'anlagàa ma smjava
            che da un mument a l'autarl'ava
            d'angà!Mi, iavria
            vursù andà iutala;però mi
            son na parsonna studjàe m'a smjava
            un po' da stuppitandà an
            mès ad cul acqua,po..., i m
            èpe iavrijan stai tùc
            anfangà!Ma cula
            mundinnacun la so
            schenna tutta ancurvàam fava propi
            pena!Lura... mo
            cavà i me scarpi...mo fai su
            manni e causone an tà
            cul acuqa anca mi io sautàcun i
            mè pè da
            impiegà!Par l'amurda
            cula mundinnagò
            pù vù pagurané
            dl'acqua né di pè
            anfangàio
            sbasà nca mi la mè
            schennae io
            mparà a mundà!E,...se
            gò da div la vritàmà
            piascu pusè che fa
            l'impegà! | 
   
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            RINA RAVERA
 Opera 1a classificata
            ex aequo Sezione vernacolo
            pavese Al
            supermarcà L'atar
            dì s'era àdrera a fa la
            psesaE, mè
            al solit, a sava no se pja;Puntava al me
            carèel e tra mi pensava:"E inco
            s'è ch'a faro da
            mangà?" A sono par
            vuatar, ma par mi a l'è un
            problemaCh'u s'
            presenta propri tuti i dì;Ma almeno a
            m'diss, s'infusan tuti d'acordiE invece no...
            al fio a gh'piàas àl rost e a l'òom
            al buì. Va ben, a m'so
            decisa, incoch'la vaga par al rost;ma quand la
            cumèsa a l'è adrera a famàal
            su...a m'riva una
            carelà int'la schenae un duluur
            tremèend a m'fa piegà in
            du. A m'giir cun
            l'intension da dì Ôna
            parulasaE a m'troov
            davanti, veramèent dadrera,una dona
            bionda, scuntrusa e bruta...Par mi l'a
            pusè antipatica d'Vughera. Mi a so no
            ch"i è ch'l'è, né indè ch'l'a
            sta,però a
            l'incontrar quasi tuti i
            dì...La m'à
            mai fat gnenta, lameno fena a
            inco...Ma chi a
            gh'matris i diid int'j oog, a le
            garantì. Adess l'a
            m'varda e l'a parla noE quand l'a
            parla, l'a m'disa (c'un l'aria da
            fena)"Però
            anche lei...teneva troppo spazio..."A mì, a
            m'frisa i man, a so no chi è che a
            m'tena. "Ch'l'a tasa
            par piasì, ch'la vaga avantie lè
            l'a va, cul nàas ch'u varda in
            su..."Però
            anche lei..." L'a m'disa un'altra
            voltami... a
            nim'pos pu ad chi lèma ch'l'a
            vaga... ma ch'l'a vaga... ma ch'l'a
            vaga...a da via i
            pè
            
            
                     
                  
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