- Per
Alessia
-
- Ormai
è un po' di tempo che non ci si
sente,
- da quel
giorno dell'Ultimo saluto
- in cui oltre
ad una speranza ho perduto
- anche
un'amica ed una confidente.
-
- Di ciò
fu tua la decisione
- ed io
rispetto la tua posizione,
- anche se
tante volte sarei voluto venire
- per
convincerti che non poteva finire.
-
- Dopo tutte
quelle telefonate
- e quelle sere
passate in macchina,
- a parlare
della vita ed anche di stronzate
- e nelle quali
ti sentivo così vicina!
-
- In fondo con
te mi trovavo bene:
- era piacevole
starti accanto.
- Per me era un
onore ed un vanto
- consolarti
per alleviare le tue pene.
-
- E non
sembrava che ti dispiacesse
- stare in mia
compagnia,
- anche se
forse è stata un po' colpa
mia
- che non
volevo che ciò non accadesse.
-
- Non pensare
di esser stata presa in giro
- da me che mi
consideravi un amico.
- Io potrei
esserlo ancora, e te lo dico,
- scrivendotelo
su sto foglio con una biro.
-
- Così
anche tu, Alessia, dire potrai
- d'aver
ricevuto una mia poesia,
- che, come ti
predissi, in macchina mia:
- "Il giorno
che non ci vedremo più,
l'avrai!"
-
- Non puoi
sapere quanto senta la tua mancanza,
- dei tuoi
sbalzi d'umore e del tuo sorriso,
- grazie al
quale ti si illuminava il viso
- rendendo
così necessaria la tua
presenza.
-
- Purtroppo
nella vita niente è duraturo
- poiché
tutto cambia e si trasforma,
- ed anche la
mia amicizia, ahimè, ha cambiato
forma,
- rendendo
questo rapporto per te troppo duro.
-
- Cosa avrei
dovuto fare?
- Dentro di me
qualcosa mi diceva:
- "Non dire
niente, se ne potrebbe andare!".
- Così
è stato, come il mio cuor
prevedeva.
-
- Ma per
amicizia e per rispetto
- ho dovuto
dirlo al tuo cospetto,
- nonostante
sapessi già la tua risposta
- ma sperando
di non esser messo fuori posta.
-
- Comunque mi
è ancora difficile pensare
- che tu mi
abbia potuto cacciare,
- proprio tu
che mi dicevi spesso
- di volermi
bene e d'aver bisogno di me stesso.
-
- Ma l'hai
fatto, coerente con te stessa,
- ed ora questi
18 km che ci sono tra noi
- sono
più lontani della Luna
stessa,
- a meno che
diversamente non vuoi!
-
- ADDIO,
Alessia! Mia dolce puella!
- ADDIO,
Alessia! Mia piccola stella!
- Purtroppo ho
capito che nel tuo cielo oramai
- neanche come
amico potrò esserci mai.
-
-
- Per
Maradona
-
- Un giorno,
con gran stupore di tutti,
- arrivò
a Napoli da terre lontane,
- e, come una
nave in un mare di flutti,
- fu accolto da
una folla dalle sembianze umane.
-
- L'accoglienza
fu di quelle in grande stile,
- in uno stadio
pieno di persone,
- ove giunsero,
nonostante le file,
- per guardarlo
giocare col pallone.
-
- Il suo nome
è ormai ben famoso,
- da tutti
conosciuto come il grande Diego.
- E non
c'è bisogno che altro spiego,
- perché
di gloria egli è sempre
bramoso.
-
- Tutti lo
veneravano come un Dio,
- e non
è un pensier sol mio,
- quando lo
vedevan giocar con quella sfera
- che per altri
non poteva esser vera.
-
- Ogni suo
tocco era come vellutato
- tanto che
egli era sempre attaccato
- quel pallone
con cui sembrava dialogare
- e a cui tutto
quel che voleva faceva fare.
-
- Sapeva
benissimo dove sarebbe andato,
- con quale
forza ed in quale direzione,
- e per anni
nessuno gli ha mai parato
- né
rigori né un calcio di
punizione.
-
- Tutti avevan
di lui un gran timore,
- di colui
chiamato "El Pibe de Oro",
- ed anche
quando il piede non gli era
servitore,
- della "Manos
de Dios" si serviva per l'alloro.
-
- La sua
bravura era nota al mondo intero,
- tanto da
meritarsi un grande titolo:
- quello di
miglior calciatore dell'umano
popolo,
- superando di
gran lunga il suo vecchio rivale
nero.
-
- Grazie a lui
una squadra prima perdente
- è
arrivata davanti a molta gente,
- portando
finalmente nei suoi almanacchi,
- non
più sol trofei di corse coi
sacchi.
-
- A lui tutto
era permesso:
- dal non
allenarsi ad un figlio clandestino.
- L'importante
era che in campo fosse lo stesso,
- con la sua
fantasia ed il piede mancino.
-
- Ma poi, un
giorno, quella stessa palla
- che lo
rendeva sempre un uomo così
vivo,
- d'improvviso
decise di voltargli la spalla,
- facendolo
uscire all'anti-doping positivo.
-
- Nessun ci
voleva credere,
- ritenendolo
un fatto "strano";
- ma alla fine
dovettero ammettere,
- che anche
Maradona era un "umano";
-
- E per
complicar ancor di più la
cosa,
- si misero
radio, televisione e giornalisti,
- che, quando
la notizia ormai non fu più
rosa,
- dichiararono:
"I campioni? E chi li ha mai
visti!".
-
- Eppur lui
tentò di ritornare
- per farci
vedere ancor le sue giocate.
- Ma ormai non
c'era più niente da fare,
- perché
fece un'altra delle sue bravate:
-
- ricadde ancor
nello stesso vizio,
- ma questa
volta fu ai mondiali,
- e poi,
scoprendo che non gli era ancor passato lo
sfizio,
- andaron a
mettergli addirittura i bracciali.
-
- E per lui fu
una grande botta,
- peggior di
quelle prese in tutta la carriera,
- che lo
rispedì lontano in corriera,
- perché
per lui l'Italia è una terra ch'ancor
scotta.
-
- Si
susseguiron chiacchiere a non
finire,
- dopo quel
goal che fece venire,
- per via di
quello sguardo ritenuto da drogato
- da un
giornalista ormai non più tanto
accreditato.
-
- Perché
costui non ha mai capito
- la vera
natura di quello sguardo:
- di esser
tornato "grande", ed a riguardo,
- di averci per
ancora una volta stupito.
-
- Ora giace
lì, in quel letto d'ospedale,
- ridotto
così dalle stesse mani,
- da dove
chiede a questo mondo dagli aspetti
strani
- di esser con
lui un po' più solidale.
-
- Da parte mia,
e penso da tutti i napoletani,
- solo un
grande augurio ed un applauso con le
mani,
- perché
purtroppo spetta a lui il compito
ardito,
- e se vuole
glielo indico con un dito:
-
- che pensi che
questa sia un'altra sua "partita",
- come quando
scendeva in campo con tutta quella
grinta,
- ed era il
più grande, lasciando tutta
attonita,
- la gente che
lo applaudiva per ogni sua finta;
-
- e
poiché adesso ne va della sua
"vida",
- aspettiamo da
lui una grande svolta,
- e allora
"FORZA DIEGO", ancora una volta
- "VINCI ANCHE
PER NOI QUESTA TUA NUOVA SFIDA".
-
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