LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Poesie di 
Dino Valentino Moro
 
Dall'ulivo pende,
ancora, la corda.
Il cappio era per me
o per te, non importa,
comunque Giuda.
Come allora,
nel suicidio cercare
una soluzione per ciò
a cui il semplice ragionamento
non è sufficiente.
 
 
 
D'ogni piccola parola
un sorso,
ciò che ho scorto
nel movimento del pendolo
tra un tic e un tac.
 
 
 
Un legno vicino
un altro legno,
accostati,
sovrapposti
o
distanti,
avvolti
da fiamma
alta, viva,
guizzante,
mai la solita.
Ora tizzoni.
 
 
 
Certi d'incerto affetto,
legati da carni eguali
o siamesi slegati
separati
dal chirurgo del mondo.
 
 
 
Da piccolo,
credevo d'avere un fratello.
Era nella mia stanza,
sempre sul mio letto.
Dormiva con me.
Gli parlavo e l'accarezzavo.
L'abbracciavo e lo baciavo
nei momenti di tristezza
o d'intensa tenerezza.
È stato il compagno,
l'amico della mia infanzia.
Non volevo separarmi da lui
né l'avrei cambiato.
Ogni sera
stava lì ad aspettarmi,
sempre uguale,
finché m'accorsi
che mio fratello
era solo un guanciale.
 
 
 
Facciamo grandine,
pupazzi di granelli gelati,
cristallizzati, stellati,
pulsanti e affievoliti.
Di grandine facciamo
granelli gelati di pupazzi.
Di pulsioni sempre più affievolite
frullati di grandine cristallizzata.
Di pupazzi gelati
riempiamo i cieli stellati.
 
 
 
I nostri mondi
incontrollabili,
paralleli incontenibili,
nascosti in pozzi profondi
riaffiorano,
sempre,
in sembianze indistruttibili
che ci accomunano.
 
 
 
Orecchie troppo grandi,
naso un po' più lungo,
calvizie incipiente,
sì! ti conosco
o, forse, non sei più tu.
Sono io.
Ed il petto
ha lo stesso battito.
 
 
 
Fratelli o sorelle
come febbri,
rubate
per le carezze
di una madre
da restituire
in gioia,
lacrime
o altro.
 
 
 
Grazie, per avermi lasciato
il broccato.
 
Uscend'hai sbattuto la porta.
Beh, s'è storta.
 
La rabbia t'ha resa cattiva.
Sì! ma viva.
 
Là fuori nessuno t'aspetta;
dammi retta
 
cerca all'istante, un rapporto,
ma non smorto,
 
per come sei fatta abbisogni,
sai, di sogni.
 
Riapri, prima o poi non importa,
quella porta,
 
mi troverai ancora sul letto,
lì, t'aspetto.
 
Disteso sotto il tuo broccato,
sto pensando
 
che, in fondo,
sei sempre la sola che ho amato.&endash;
 
 
 
È il nostro,
un sorbire luce,
l'un l'altro,
da poli spenti,
d'aurore ghiaccio,
per formare,
inutili filtri
multicolori.
 
Per leggere l'opera 4° classificata Concorso Letterario Premio Poesia a Chiaromonte 2001 sez. poesia
Per leggere l'opera secondo classificata al concorso Candia Lomellina 1999
Per leggere l'opera quinta classificato al Concorso Sartirana Lomellina 1999
Per leggere l'opera terza classificata al Concorso del Premio Letterario Poesia a Chiaromonte sez. poesia in lingua italiana  
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agg. 29 dicembre 2000