Risultati
di concorsi
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- VII Edizione Concorso
Internazionale di poesia
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- Olympia
Città di Montegrotto
Terme
- Sezione
Speciale 2007 Poesia Donna
-
Il Cenacolo dei
Poeti Euganei rende note le valutazioni effettuate dalla
Giuria della settima edizione del Concorso Internazionale
di poesia Olympia Città di Montegrotto Terme
Sezione Speciale Poesia Donna, composta da Paolo
Carniello (scrittore e poeta, presidente del premio),
Enzo Moretto, Leonardo Ruzzante, Sandro Bianda
(giornalista), Gianfranco Marcadella, Francesco Salata
(docente materie letterarie Licei ed Istituti tecnici
commerciali), la quale dopo attenta valutazione delle
opere pervenute è giunta alla conclusione di
premiare le seguenti opere:
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- Opera 1a classificata:
Stillano
i giorni di
Maria Gisella Catuogno, Portoferraio (LI). Vince
Targa Hotel Terme Olympia - Euro 500,00 offerte
dall'Hotel Terme Olympia di Montegrotto Terme -
Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui verranno
assegnate 50 copie - Attestato di merito - Pubblicazione
dell'opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e
sul sito Internet www.club.it
Inoltre il premiato sarà ospite gratuita
dell'Hotel Terme Olympia per un pernottamento e un pasto
(pranzo o cena del sabato).
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- Opera 1a classificata
vincitrice del Trofeo Donna: E
rimangono sul muro
sbrecciato
di Angioletta Masiero, Costa di
Rovigo.
- Vince Trofeo Donna
Hotel Terme Olympia - Attestato di merito - Pubblicazione
dell'opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e
sul sito Internet www.club.it
Inoltre la
premiata sarà ospite gratuita dell'Hotel Terme
Olympia per un pernottamento e un pasto (pranzo o cena
del sabato).
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- Opera 2a classificata:
Distacco
di Chiara Celi, Roma. Vince Targa Hotel Terme
Olympia - Pubblicazione di un libro di 32 pagine cucito
con punto metallico di cui verranno assegnate 50 copie -
Attestato di merito - Pubblicazione dell'opera premiata
sulla rivista Il Club degli autori e sul sito Internet
www.club.it
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- Opera 3a
classificata: Il
sole ha bruciato il
cielo di
Pietro Catalano, Roma. Vince Targa Hotel Terme
Olympia - Pubblicazione di un quaderno di 32 pagine di
cui verranno assegnate 50 copie - Attestato di merito -
Pubblicazione dell'opera premiata sulla rivista Il Club
degli autori e sul sito Internet www.club.it
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- Opera 4a classificata:
Profezia
di Anna Cacciola, Furci Siculo (ME). Vince la
pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui verranno
assegnate 50 copie - Attestato di merito - Pubblicazione
dell'opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e
sul sito Internet www.club.it
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- Opera 5a classificata:
Eterna
primavera
di Patrizia Gori, S. Angelo (LU). Vince la
pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui verranno
assegnate 50 copie - Attestato di merito - Pubblicazione
dell'opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e
sul sito Internet www.club.it.
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- Opera 6a classificata:
Non
ho... di
Maurizio Gramegna, Santa Giuletta (PV). Vince la
pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui verranno
assegnate 50 copie - Attestato di merito - Pubblicazione
dell'opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e
sul sito Internet www.club.it
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- Vincono Attestato di
merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista
Il Club degli autori - Pubblicazione sul sito Internet
www.club.it i seguenti autori:
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- Opera 7a classificata:
Naufrago
Odissea di
Aura Piccioni, Morena (RM).
-
- Opera 8a classificata:
In
fondo all'amore
di Laura Barbiero, Due Carrare (PD).
-
- Opera 9a classificata:
Ungheria
56 di
Laura Puglia, Parma.
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- Opera 10a
classificata: Nella
baia di Cassis
(o dell'amore vittorioso) di Rosa Maria Corti,
Lenno (CO).
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- Opere Segnalate dalla
Giuria con attestato di merito:
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- Lisboa per sempre
di Marina Regno, Voghera (PV)
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- Gorgo d'anima
di Carla Tombacco, Trivignano (VE)
-
- Acquarpeggiando
di Maurizio Orsi, San Donato Milanese
(MI)
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- Rosa di
Massimo Siardi, Socchieve (UD)
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- La cerimonia
di premiazione si terrà sabato 1° settembre
2007 presso l'Hotel Terme Olympia in viale Stazione, 25 -
Montegrotto Terme (Padova) alle ore 17,30.
- Nel corso
della Premiazione il Cenacolo dei Poeti Euganei ha anche
fissato la conferenza: «Don Abbondio: fallimento e
realismo nel persoanggio manzoniano», relatore
Fausto Pelli.
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- Opera
1^ classificata
-
- Maria Gisella
Catuogno
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- Stillano i
giorni
-
- Stillano i
giorni il loro avaro miele
- e lo mescolano
all'amaro quotidiano
- per tentarmi
alla vita, nonostante.
- E i nodi
dell'ansia che arrochiscono
- la voce e la
baldanza
- profumano di
nardo tuttavia.
- Arpeggia lieve
la mia malinconia
- e le sue note
si perdono nel vento
- non fa
più male, ormai, è solo
compagnia.
- Avvolgo alla
mia rocca il filo del passato
- (sguardi,
sussurri e lame di parole
- sorrisi,
pianti e grumi di dolore
- perle di gioia
e grandine di rabbia)
- e ne alimento
il fuso del presente
- pungendomi le
dita, non di rado.
- Non ho un
principe azzurro al mio risveglio
- né
fatine gentili a trepidare
- ma guardo
incantata i petali dell'alba
- riempio
d'acqua sorgiva le mie brocche
- aspetto il
sole, che sciolga questa brina.
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- Opera
1^ classificata Trofeo Donna
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-
- Angioletta
Masiero
-
- E rimangono sul muro
sbrecciato
-
- E rimangono
sul muro sbrecciato
- di un altro
giorno che cade
- con petali di
attese scolorite
- e folate di
perché
- nella ruota
veloce delle lune.
- Oltre i rami
del calicanthus
- vegliano adagi
d'ombre
- e la
solitudine
- si fa di
nebbia colma.
- Timide le
mani
- dipanano
inquietudini
- fra ventagli
di stagioni,
- uguali e
sempre nuove
- nell'arco teso
delle lusinghe e delle sfide.
- Poi
- tutto svapora
nelle mani.
- E noi
vaghiamo
- al centro del
silenzio.
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- Opera
2^ classificata
-
- Chiara
Celi
-
-
- Distacco
-
- Dunque
è questo,
- quel che
abbiamo ottenuto, dopo tanto acceso
- cercare:
prigionieri di un cerchio spezzato,
- prosciugati da
un'attesa incompiuta,
- alziamo torri
di amari silenzi
- contro un
cielo morto da tempo. Così
rapide
- le nubi
s'addensano, sull'incerto
- folle cammino;
da tasche logore e fredde
- perdiamo
fragili stelle, che un vento
- di cose
trascorse solleva lontano.
- Qui, non
rimane che polvere,
- in queste mani
che ieri soltanto
- ci furono
dono, intreccio mai sazio,
- torrente di
luce nel buio più fitto. E non
s'ode
- che il passo
d'attonite ore, qui,
- fra muri di
antichi sussurri, dove si resta
- senza essere
più.
-
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- Opera
3^ classificata
-
- Pietro
Catalano
-
-
- Il sole ha bruciato
il cielo
- (Hiroshima, 6 agosto
2005)
-
- Dicono che il
sole ha bruciato
- il cielo ed un
grande fungo grigio
- ha inghiottito
la natura attorno,
- anche le
pietre ha disintegrato
- sotto la luna
fatta bianca di paura.
- Il rintocco
d'una campana
- penetra nelle
vene,
- non più
melodia respira la mente:
- sopra il cuore
giace
- la pietra nera
di speranza.
- Dicono che in
un solo istante
- migliaia di
donne e bambini
- sono spariti
negli spazi
- del cielo
infinito e l'acqua
- ha cessato
d'esistere
- e campi dorati
hanno dormito per sempre,
- non più
erba verde nei giardini
- né
segnalibro di foglie secche
- dentro diari
di alunni innocenti.
- Dicono, ma non
è stato un sogno:
- quel giorno la
natura
- pianse una
seconda volta;
- una sua
creatura
- aveva
distrutto la madre,
- l'anima s'era
inorridita
- e non aveva
più luogo dove nascondersi.
- Oggi il
rintocco freddo
- di quella
campana
- trafigge i
cuori come allora,
- e la notte
dorme ancora
- nelle menti
degli uomini,
- pronta a
ritornare ogni volta
- che credono
d'essere onnipotenti.
-
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- Opera
4^ classificata
-
- Anna
Cacciola
-
-
- Profezia
-
- Donna,
morirai
- prima che la
neve ricopra
- l'abete del
giardino.
- Di te non
resterà che un canto
- e il freddo
diafano delle dita consunte.
- Donna,
morirai
- in un silenzio
contratto, tra lacrime
- espanse di
occhi vacanti.
- Non ci
sarà vento sulle tue carni già
rarefatte
- ma solo un
flebile fremito d'esistenza.
- Ultimo.
- Donna,
intonerai
- il tuo addio
nella discrezione di
- un talamo
antico e usuale.
- Non si
alzerà, nudo, il clamore.
- Solo l'attesa
spasmodica cadrà nel tumulo.
- Il mio addio
oltraggi la verginità di questa
carta
- e incide la
tua pelle che è ormai profezia di
morte.
- E voi, che
udite lo strazio di questo epicedio,
- non toccate il
sonno degli infermi,
- non violate la
bocca degli infanti:
- il loro tacere
ha un senso che
- a noi non
è concesso intendere.
- Preludio della
fine o principio della rinascenza.
-
-
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|
- Opera
5^ classificata
-
- Patrizia
Gori
-
-
- Eterna
primavera
-
- Non sono i
tuoi novant'anni
- né il
tuo piede emaciato
- o i capelli
radi.
- A
colpirmi
- è il
tuo sonno profondo
- Un respiro
ormai rantolo
- canta la
pace
- che tutti
cercano.
- Così mi
saluti:
- in punta di
piedi
- come hai
camminato dentro la vita.
-
- Raccolgo
brandelli di anima
- e ne faccio
una collana.
- Vorrei
donarla
- al tuo petto
avvizzito.
- Un grazie
tardivo
- per ciò
che hai lasciato.
-
- Muoio con
te
- eppure
resto
- a guardare un
cielo sereno
- e margherite
in fiore
- come ogni
primavera.
-
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|
- Opera
6^ classificata
-
- Maurizio
Gramegna
-
-
- Non ho
percorso le vie dell'innocenza
- raggrumando di
rosso le ginocchia
- colando il
sangue caldo sull'asfalto
- per rifiutare
lo sguardo a nuove mani
- A volte
uccelli neri mi sorvolano
- creando cerchi
sopra la testa stanca
- altri in
attesa sugli spinosi rami
- In quei
frammenti d'ombra
- occorre la
pietà del pellegrino
- che cade, e
straccia la sua veste
- per dare
ancora forza alle tue braccia
- Ma se chi
vince il vento con la faccia
- sopporta le
lame che gli getti
- allora non
c'è assedio alla tua torre
- ed apri le
finestre al biancospino
-
-
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|
- Opera
7^ classificata
-
- Aura
Piccioni
-
-
- Naufrago
Odisseo
-
- Mi
persi.
- Il mare mi
condusse ovunque volle.
- Mi abbandonai
alla sua furia, mi abbandonai alla sua
tenerezza.
- Il mio cuore
era lontano. Penelope! Urlava.
- Finché
un giorno tornai.
- Ma il vuoto
era immenso,
- il vuoto
è immenso
continua ad
ardere
- ci sarà
ancora un'altra riva, per me.
- Si
disvelerà un'altra Ogigia.
- Non posso
fermarmi! Inciderò il mio
destino.
- Nulla è
ancora scritto. Il mio
pòthos
- O Tyche
ingannatrice, perché mi
perseguiti?
- Vent'anni
lontano da casa! Vent'anni
- Eppure
è sublime il fremito delle
onde.
- Straordinaria
questa nostalgia. Dolorosa questa
estasi.
- Brucia la
brama di sapere, come fuoco arde.
- Non ho
più anima,
- essa vaga tra
le nebbie dei tempi
- condotta da
Eolo dalle rapide ali.
- E ancora,
naufrago, scomparirò tra le pieghe del
mondo.
- E ancora,
naufrago, le mie mani
- aneleranno la
loro immensità.
- Fino a che
sarà la luce. Finché sarò
luce.
- Non più
uomo, ma sovrumano pensiero.
- Non più
mortale, immortale brotòs.
- Cosa mi
domandi, o vita? Perché mi rapisci,
mare?
- Guidami, o
vento, sulle rotte
- dei silenzi.
L'immortalità mi attende.
-
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- Opera
8^ classificata
-
- Laura
Barbiero
-
-
- In fondo
all'amore
-
- Nasce la vita
dai tuoi occhi,
- nei miei
respira e si fa forte,
- come ti avesse
già incontrato
- e già
perso più volte,
- distanze
appena,
- sfiorati da
un'infanzia
- che ci ha
cresciuti estranei,
- ora che sento
la mano ruvida
- di un destino
che rifiuto
- toccarmi
violenta.
-
- La mia
pietà sorride
- ad un amore
svenduto
- che in futuro
non ci consumerà
- per aver
chiesto troppo,
- nei giorni
vissuti mai abbastanza,
- nei comodi
silenzi in cui stare,
- ritrovarti in
me senza saperlo,
- una guerra tra
i miei bisogni
- che chiedono
libertà
- e
imprevedibili mi tradiscono.
-
- Troppi cuori
dentro ai quali
- non vi
è rimasta memoria di me
- oltre le
imprese del mio piacere,
- perché
ignoravo
- quanto
disordine crei la memoria
- e quanto tutto
muoia solo e sempre
- attorno alla
bellezza.
- Farò
roccia dell'imperdonabile istinto
- con cui da
sempre sbagliai a parlare,
- al tuo animo
ora m'abbandono.
-
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|
- Opera
9^ classificata
-
- Laura
Puglia
-
-
- Ungheria
'56
-
- La tortora ha
gridato
- ha fatto il
tuo nome
- l'inverno ha
coperto il grido.
- Resta ad
aspettarmi ti dico. Copri
- le mani e le
spalle
- la cosa si
muove
- una cosa che
non ha fine
- e quasi si
spegne.
- Ti posso solo
amare
- col corpo
senza contorno
- che traspare
sul fondo
- il suono tra
le fessure
- lo sguardo fra
le ciglia chiuse.
- Scorre come
delfino nella corrente
- sibila
nell'ansia
- cerca la
parola senza ritorno.
- Ma io avvolgo
i capelli
- e il mantello
mi porta.
- Un mantello
scuro
- che di notte
copre la fuga.
- Abbiamo la
stessa lingua
- la stessa
pausa tra le parole.
- Io sarò
la dove sei
- dove si spegne
la voce.
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|
- Opera
10^ classificata
-
- Rosa Maria
Corti
-
-
- Nella baia di
Cassis
- (o dell'amore
vittorioso)
-
- Riverberavano
ancora gli alti bastioni
- in quel vitreo
iemale crepuscolo
- che cadeva,
breve, nei nostri occhi.
- Passanti
scivolavano via senza rumore
- e gabbiani
dormivano già nei loro oscuri
rifugi,
- ma il vento ci
recò improvviso un lamento
- nella notte
stellata che rapida incalzava.
- Ricordi?
- Quando alfine
spuntò la luna
- a sbiancare
come un sudario la terra,
- a far brillare
come uno specchio il mare,
- si fece il
lamento ancora più cupo.
- Non erano
sartie che stridevano in porto,
- non richiami
di gatti senza padrone.
- Era il mare
che reclamava la terra,
- era Calendal
che invocava Esterella,
- era dell'amore
vittorioso la favola bella.
- E furono
tonfi, brontolii, gemiti selvaggi,
- d'acque scure
appassionato concerto,
- fin che la
luna spense l'ardore dei suoi raggi.
-
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- ALBO
D'ORO
- RISULTATI
EDIZIONE 2001 -
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Ins. 27-11-2007
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