LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie tratte dal libro Pensieri nudi di Luciano Postogna editrice Montedit,2000, Collana I gigli (poesia), pp. 64 - L. 14.000 - Euro 7,23 ISBN 88-8356-056-6
- IMMAGINI
- CLOWN
- Gli occhi profondi e neri
- si perdono nella maschera di latte,
- dove nessuno può leggere
- i suoi tristi pensieri,
- dove nessuno può scorgere
- le lacrime tra la copiosa cipria.
- Quei pochi tratti di rossetto intenso
- hanno impresso un vacuo sorriso
- che non può infondere pietà.
- Ride, ride
- sotto i taglienti fari
- nella pista polverosa,
- il pubblico ha pagato.
- Piange, piange
- tra gli scroscianti applausi
- e la musica stonata
- d'una misera orchestrina,
- il pubblico non vede.
- Ma quei lamenti,
- raccolti dalla notte fonda,
- raggiungono le più lontane stelle
- e portano lassù la sua disperazione,
- dove Qualcuno lo consolerà.
- OCCHI ROSSI
- Seduto sull'umido selciato,
- lercio e trasandato,
- tendeva una mano nera
- all'uscita d'un mercato.
- L'azzimata gente
- il misero schivava
- per non essere appestata.
- Stavano i suoi occhi spenti
- a fissare orizzonti inesistenti,
- o forse il film della sua vita grama
- e della sua terra desolata.
- Nell'intenso andirivieni,
- tra gli euforici passanti,
- solitario più che mai
- immoto Egli stava,
- coi suoi occhi rossi
- e di vuoto pieni.
- PENSIERI E IMMAGINI
- ESTATE
- Lontano dalla sabbia
- e dalle bianche scogliere cocenti, ristavo
- all'ombra di un'alta e frondosa quercia.
- Nel mare d'erba immerso,
- le cui rive erano cespugli verdi,
- godevo del raro ma prezioso
- alitare della tesa e fresca brezza.
- In quel silenzio quasi irreale,
- il corpo abbandonato
- ed attento ai respiri della natura,
- davo spazio alle fantasie dell'anima.
- I miei pensieri allora
- tendevano su all'infinito azzurro.
- Una farfalla dai mille colori
- batteva le diafane e vellutate ali
- e librandosi nell'aria,
- accompagnava in cielo
- le mie trepidazioni.
- INQUIETUDINE
- Potrebbe così inquieta
- l'anima mia ristare,
- dove penduli mughetti
- emanano di notte
- fragranze intense
- e tremuli rintocchi.
- Dove dai bocci s'odono
- i flebili lamenti
- nel rifigliare i morbidi
- e carnicini petali.
- Dove l'affanno s'ode
- del virgulto erboso
- nello spuntare ritto
- fuori la terra grassa.
- Dove il fluire prospera,
- di gelida rugiada,
- dalle onerate foglie
- per generarsi in rogge.
- Dove la greve bruma
- rari giardini pensili
- dal sole circonfusi
- foschi roveti rende.
- Potrebbe così inquieta
- l'anima mia ristare,
- dove a librare lievi
- enei, lassù nel cielo,
- stanno aquiloni ellenici
- di tragica parvenza.
- Dove poiane incaute
- sfidare osano i flutti
- per piluccare in fondo
- rozzi coralli rossi.
- Dove silenti nevi
- inusitate cadono
- sulle avvizzite palme
- e sulle aduste dune.
- Dove polene ignude
- di agili velieri
- profanano gli impervi
- e casti laghi alpini.
- Dove la Terra piange
- con pentimento fiero
- per l'esiziale cura
- prestata alla natura.
- UNO SCORCIO DI PRIMAVERA
- Mattino d'inizio primavera
- già oblio dell'inverno consumato.
- Pietrosa piazzola
- che rompe la tratta
- d'una ripida scalea.
- Scorcio nascosto tra cascate d'edera
- e fluenti chiome di gelso:
- altana d'una città che dorme
- ove nessuno passa mai.
- Un cancello di ferro battuto,
- mosso da una brezza sostenuta,
- cigola sui consumati cardini
- e rompe un silenzio quasi incantato.
- L'aria fresca, che lambisce il mio viso sudato,
- diffonde un'intensa fragranza
- che confonde i miei tristi pensieri.
- Poesia segnalata al 2° Concorso Nazionale "Premio Ketty Daneo" del 1999.
- VENTO DEL DESERTO
- Come vento torrido, il quale urlando,
- di duna in duna ghermisce la sabbia
- che poi si trascina dappresso volando
- e turbinando con impeto e rabbia,
- così lesto il Tempo, all'umana sorte,
- gioventù rapisce dalle sue dune,
- dune di vita, con un vento di morte
- che soffia lasciando eterne lacune.
- PENSIERI NUDI
- DUBBIO
- Tutti i segni del tempo
- albergano maligni
- sul tuo viso e sul tuo corpo.
- I ricordi e i sentimenti
- pernottano nel buio
- della tua materia grigia.
- Le gioie e i dolori
- alterano il miocardio
- dentro il tuo petto.
- Trepidante cerchi però
- la culla dello spirito,
- della tua anima.
- I MIEI GENITORI
- Quando penso a mio padre
- non riesco mai a piangere.
- Quando penso a mia madre,
- anche se lontano è ormai il distacco,
- non ho tristi pensieri.
- Ora, sanno
- che nella mia freddezza apparente
- assai li ho amati e di più li amo.
- Forse lassù,
- il sorriso di mamma
- e la serenità di mio padre,
- hanno creato un giardino,
- fiorito di quei sentimenti
- che tra noi scorrevano intensi,
- ma senza tanta ostentazione.
- INCUBO
- Immobile e immerso nel buio fondo
- dell'usuale compunta e fredda stanza,
- roteava le aperte pupille
- sui contorni vaghi delle pareti.
- S'aprivano allora le arcane prigioni
- dell'animo e dei profondi pensieri,
- liberando balenii di figure,
- ombre antiche e fantasmi, sul soffitto.
- Freddo e madido, ripassava lucido
- le lezioni della consunta vita,
- fu spettatore di se stesso attento
- ed altresì del suo passato teste.
- Nel rivangare reminiscenze opache
- e dell'angoscia pure alcune essenze,
- fermò le immagini, nel loro incedere,
- sul dualismo della vita giunte:
- quando non coglieva dolore vero
- e non piangeva franto sopra una bara,
- ma giocando, tra i bianchi morti,
- inseguiva altri bimbi sudati e sporchi
- e della morte era ancora ignaro;
- poi un baleno e lui già uomo, urlando muto,
- nella stanza della paterna casa,
- si destava dall'incubo notturno:
- l'allampanata Morte, dama eterna,
- che a lui, cavaliere, fissò già il turno.
- NEL MARE DELL'EQUILIBRIO
- Da un'elevata riva
- ammiravo,
- con non celata soddisfazione,
- la mia ostentazione
- e la mia vanagloria
- scorrere
- nelle impetuose acque del fiume Narciso.
- Nulla affiorava
- da quell'onda travolgente,
- tutto era sommerso ed annullato
- al mio cospetto.
- Più a valle un'ansa,
- deviando il fiume,
- impediva alla mia vista
- ogni altra ammirazione.
- Forse un giorno
- riuscirò a scorgere la foce,
- dove le inarrestabili acque fluiscono
- nell'immenso mare dell'eterno equilibrio,
- dove il fango putrido della cloaca
- si mesce con l'acqua del più limpido fiume,
- dove nel vasto grembo
- di quella distesa salata
- non un solo flutto emerge sugli altri.
- SENTIMENTI
- Travolgenti passioni d'estate
- ad una ad una cadono,
- negli stagni coperti da fiori di loto,
- come stelle argentate.
- Tiepidi amori d'autunno
- ad uno ad uno cadono,
- sulla terra bagnata dalla pioggia silente,
- come gialle foglie d'acanto.
- Timidi affetti d'inverno
- ad uno ad uno cadono,
- sui gelidi rami degli abeti acarpi,
- come bianchi fiocchi di neve.
- Sentimenti di primavera
- assieme rinascono,
- dagli aprichi prati,
- effimeri, come fiori dai mille colori.
- Per leggere la prefazione del libro "Raggi rossi al tramonto"
- Per leggere alcune poesie tratte dal libro "Raggi rossi al tramonto"
- Per leggere la prefazione del libro "Pensieri nudi"
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- Per leggere alcune poesie tratte dal libro "Ali d'Arcangelo"
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