LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie tratte dal libro Ali d'Arcangelo di Luciano Postogna editrice Montedit, 2000, Collana I gigli (poesia) pp. 64 - L. 12.000 - Euro 6,20 - ISBN 88-8356-093-0
- IMMAGINI
- BUONANOTTE CITTÁ DESERTA!
- Sui marciapiedi vuoti
- Selene impudica evidenzia,
- tra le vesti nere
- della notte fonda,
- barattoli schiacciati,
- giornali accartocciati,
- sacchetti di plastica inani
- ed escrementi di poveri cani:
- nature morte
- d'una civiltà immonda,
- adorni
- delle stanze di cartone
- dei miseri reietti,
- che ronfano
- sotto le alte volte
- d'un ponte morto,
- dove i treni non passano più.
- Lontano riecheggiano,
- tra i muri delle case spente,
- le stonature oscene
- dell'ultimo beone,
- che da tempo
- smarrì la via
- e l'esistenza.
- Buonanotte città deserta!
- IL QUADRO NAIF
- Sull'aia deserta
- d'un casolare candido,
- tristemente pendulo
- tra le biche dorate
- stai, papavero vizzo
- stamane reciso
- con le spighe di grano.
- Solitario adorni
- quel mesto paesaggio;
- solitario colori
- quel tramonto di fuoco
- col tuo rosso nel rosso.
- IL VENTO SI PLACA...
- Ciliege acerbe sulla ghiaia,
- voli di foglie ancora fresche,
- rami smossi e concitati come mani
- nell'intento d'afferrare
- i passeri impauriti che, incauti,
- abbandonano il nido.
- Una sciarpa di chiffon garrisce
- velando due occhi verdi
- come il mare in tempesta.
- Piangono i ferri non oliati,
- sbattono le imposte
- e si frantumano i vetri.
- Nubi grigie precipitano
- dalle cime frastagliate dei monti
- e veloci fuggono verso l'orizzonte.
- Un vecchio pescatore
- rafforza con amorevole cura
- gli ormeggi d'una barca distrutta,
- quasi volesse
- navigare ancora cent'anni.
- Il vento si placa
- e lentamente la notte
- avvolge l'impetuoso passato
- nel suo soffice manto.
- Dalle corde tese d'un triste violino
- si diffonde fievole, nel porto,
- un'aria tzigana
- che, nella taverna fumosa,
- il sonno concilia
- a due marinai ubriachi.
- L'ABISSO DI TREBICIANO
- Quando passi
- quell'angusta botola,
- unica offesa
- alla natura della verde dolina
- e l'aria umida,
- quasi tiepida,
- ti sollecita le narici,
- allora
- cogli il presagio
- d'un evento solenne
- e la tua pelle già avverte
- l'immensità ipogea.
- Scivolando nei pozzi
- e passando i cunicoli,
- sempre più
- si minimizza il tuo corpo
- al cospetto dei millenni
- concretizzati
- in quel ventre carsico.
- Non la paura
- ma un timoroso rispetto
- t'accompagna nei tratti
- di quel disegno,
- che madre Natura fece
- con impareggiabile mano:
- montagne rovesciate,
- potenza delle acque,
- pazienza e regia del Tempo,
- cattedrale della solitudine,
- specchio della tua nullità.
- Poi giunto all'ultimo tratto,
- a trecento e più,
- ascolti attonito
- l'echeggiante scorrere delle acque
- che, dalla luce,
- ritorneranno alla luce
- attraverso l'ignoto alveo
- del solenne Timavo.
- Riposi, dalle fatiche sane,
- sulle maestose e rivierasche dune
- e contempli,
- con riverenza sacrale,
- la storia del miracoloso Carso.
- LAMPARE SPENTE
- Tuonanti scariche
- dalle nubi dense
- si spengono nel mare in burrasca
- ed illuminano, per frazioni di tempo,
- una barca
- dalle lampare spente.
- Creste montanti s'infrangono
- sui legni del ponte,
- formando torrenti
- che rifluiscono al mare
- tracimando dai capi di banda.
- Barbagli che imbiancano i visi
- dei pescatori tremanti,
- inermi davanti
- la furia del mare.
- Poi, all'orizzonte,
- profili incombenti
- d'aguzze scogliere
- che la deriva avvicina
- rapidamente.
- Preghiere disperse
- dalla furia del vento
- non giungono al cielo
- ma riecheggiano
- presagendo gli eventi.
- Nel momento
- che l'estrema risacca
- il legno risucchia
- sugli scogli esiziali,
- un'insolita calma
- di mare e di vento
- ed una tiepida Diana,
- tra gli squarci riapparsa,
- concedono pace
- a quelle genti di mare
- nel loro eterno solcare.
- LASSÙ... SOTTO LA GRONDAIA
- Lassù in alto a destra,
- sotto la grondaia,
- una finestra.
- Scorcio pittoresco
- sul muro fesso
- d'una casa vecchia.
- Tra le persiane aperte,
- da poco tinte
- con un intenso verde,
- due folte cappuccine,
- dai colori del sole,
- nascondono appena
- il muso d'un gatto
- che sonnecchia,
- nel probabile tepore,
- dietro la finestra.
- L'ORA VESPERTINA
- Sul fare dell'ora vespertina,
- sta la massaia a delibare
- il cibo nella solita terrina
- e veglia il pargolo sull'aia.
- Decombe il sole all'occaso
- e ilare, dietro le cime,
- celia, là nel natio vaso,
- coi fiori
- dal profumo sublime.
- Aggrondato
- un villano rincasa
- colla frusta giacca a spalla
- e davvicino mena
- allampanata una cavalla.
- Appiè di un'erta acciottolata
- sale, con passo lento,
- un'ava dal cercine oberato,
- stoica al lungo
- e crurale tormento.
- Giunti alla fine dell'andare
- stanno entrambi alla fontana,
- dovendo rifiatare
- per la consueta
- ansia quotidiana.
- L'ava intenta
- a posare la cesta,
- d'alidi sterpi colti a monte,
- ed il colono a tergersi la testa
- con l'acqua fresca della fonte.
- Una mano alla brenna
- e l'altra, col sudario zuppo,
- a tastare la ritta penna
- sul liso feltro,
- ora verde cupo.
- Terminato poi
- l'incontro breve,
- con un tocco sulla spalla,
- lui a tirarsi la cavalla
- e lei a ripigliarsi il cesto greve.
- La villa, ora spoglia,
- si staglia,
- nei suoi contorni indefiniti,
- sull'astro rosso, che a valle
- sta già lambendo i boschi fitti.
- Lo scrosciare lento della fonte
- e del fiume il monotono fluire,
- coprono il fievole brusire
- che, dai contadi oltre il ponte,
- è uso, nel farsi sera, provenire.
- NEL BLU INFINITO
- Immerso nell'azzurro ialino,
- sopra un fondo di sabbia bianca:
- polvere di marmo
- con granelli adamantini,
- che celano la vita intensa
- d'una fauna marina immensa.
- A venti metri
- il sole,
- con le sue lunghe mani,
- t'accarezza ancora
- ma l'acqua, prima tiepida,
- già s'affresca.
- Poi si dirupa il fondale
- nel blu infinito
- lungo pareti colme
- di splendenti gorgonie
- ed alghe multiformi.
- Le bolle d'aria,
- che nell'espirare lascio,
- accarezzano la flora
- prima di lanciarsi
- nel mare aperto
- verso la calda superficie,
- portando su,
- ai gabbiani fluttuanti,
- l'aroma del mare fondo,
- l'azoto
- ed i miei terricoli pensieri.
- Per leggere la prefazione del libro "Raggi rossi al tramonto"
- Per leggere alcune poesie tratte dal libro "Raggi rossi al tramonto"
- Per leggere la prefazione del libro "Ali d'Arcangelo"
- Per leggere la prefazione del libro "Pensieri nudi"
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- Per leggere alcune poesie
- Per leggere l'opera inserito nell'antologia del Premio Letterario Francesco Moro Sartirana Lomellina 2000
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